La passione di una vita

Tra i tanti hobby che mi appassionano, sicuramente i miei preferiti sono: costruire oggetti di ogni tipo con diversi materiali, fare bricolage, giardinaggio, disegnare e dipingere sperimentando tecniche pittoriche differenti. Sono un vecchietto (come ama chiamarmi il mio nipotino) molto versatile, specialmente da quando mia moglie, la compagna di una vita, mi ha lasciato. Cerco di tenermi occupato come posso, adoro tenere la mente e le mani impegnate.

Ho una vera predilezione per le attività manuali, da giovane realizzavo soprattutto fionde e carretti a tre ruote: il primo per diletto, il secondo per necessità, si sa erano altri tempi.

La vita ti porta poi su altre strade e in pochi riescono a conciliare il lavoro che faranno per tutta una vita con le loro passioni più grandi. Quando passavo davanti alla vetrina di un negozio piccolino della mia città, nel quale erano esposti modellini di ogni tipo, forma, e dimensione, rimanevo affascinato. Affascinato non tanto dalla bellezza finale dell’oggetto (comunque notevole), quanto piuttosto dal lavoro che doveva esserci dietro. Sarò mai capace di costruire qualcosa di simile? Era la mia domanda ricorrente, quasi la mia ossessione.

Il tempo passò: feci carriera, mi sposai, comprai casa ed ebbi due splendidi figli. Una sera, seduto comodamente in poltrona, osservavo mio figlio, di appena cinque anni, giocare con il famosissimo Meccano. Concentrato sulla costruzione di qualcosa nota solo a lui aveva un faccino talmente serio che non osai interromperlo. Fu allora che mi tornò alla mente la vetrina del negozio di modellini.

Il giorno dopo mi alzai più presto del solito, ero deciso: sarei entrato in quel negozio e avrei comprato una barca. O meglio, avrei comprato una scatola contenente i pezzi di una barca e avrei provato a costruirla. Lo feci davvero, iniziai anche la sua costruzione. Mi fermai a metà: la pigrizia aveva preso il sopravvento.

Ancora una volta gli anni volarono, i miei figli diventarono grandi: il maschietto diventò architetto e la femminuccia si sposò. Diventai nonno. Passavo ormai tutti i miei pomeriggi a curare la mia nipotina di appena due anni e fu grazie a un caso se ripresi la costruzione della barca, l’Ammiraglia Victory. Un giorno mia nipote si arrampicò sulla sedia che tenevo vicino alla scrivania da lavoro sulla quale, un po’ in disparte e quasi abbandonata a se stessa, stava la Victory, impolverata e costruita solo per metà. All’improvviso Federica la tirò a sé, facendola cadere per terra. Volente o nolente dovevo riprenderla in mano, senza pensarci ricominciai e nel giro di due anni la portai a termine: meravigliosa!

Durante le feste di Natale 2010, mia nipote, ormai ventenne, mi parlò di una mostra di modellismo navale statico che si sarebbe svolta in primavera. Perché non partecipi nonno? Mi chiese Federica. Quasi per gioco decisi di accettare. Mi feci aiutare da mio figlio per pulirla, da mio genero per trasportarla e dal mio nipotino per scrivere una breve presentazione della mia bella Ammiraglia. Bene, non solo partecipai, mi classificai anche al secondo posto: medaglia d’argento del concorso.

Qui termina la mia storia.

a cura di Federica Premi

 

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