Benvenuti nell’anno 1751. Le ragazze passano di casa in casa cantando odi a San Giovanni e ricevendo in cambio dalle donne di casa dei doni, solitamente cibo, come burro, farina o uova. Con questi doni le giovani faranno festa, in serata, invitando anche i ragazzi a celebrazioni attorno a fuochi. Sempre verso sera è tradizione che si giri per le città con delle torce accese per coinvolgere gli abitanti nel rito chiamato Hoyena Hoye, che consiste nel saltare attraverso delle fiamme per tre volte, ripetendo una preghiera di buon augurio per l’anno nuovo.
Tutto ciò accade in Eritrea, in occasione della festività di Cudus Yoannes, che coincide con l’11 settembre del nostro calendario.
I copti, cristiani più numerosi in quella regione, contano gli anni a partire dal 284, data in cui salì al potere a Roma l’imperatore Diocleziano, artefice di aspre persecuzioni nei confronti dei cristiani. Per questo, mentre per il nostro calendario si usa la sigla a.D. (anno Domini), per il loro si parla di a.M. (anno Martyrii).