E se…
…In un mondo a testa in giù,
camminassimo nel cielo e contemplassimo invece la terra?
Per definire una persona un po’ sbadata dovremmo dire che ha “la testa tra le erbacce” e per valutare una persona realistica e razionale utilizzeremmo, invece, l’espressione ha “i piedi tra le nuvole”.
…In un mondo alla rovescia,
l’uomo avesse la gonella e la donna pantaloni di flanella?
Tornata a casa dal lavoro e sedutasi in poltrona la donna berrebbe birra “come una femminuccia”, mentre il suo uomo di là in cucina a prepararle la cena, incompreso e depresso, piangerebbe “come un maschiaccio”.
…In un’altra dimensione,
la grassezza fosse sinonimo di salute e bellezza?
Alle diete dimagranti, si sostituirebbero hamburger, hot dog, ciambelle e gelato. E il medico consiglierebbe della sana “inattività” fisica.
…In un mondo di contrari,
al povero andasse ciò che è del ricco?
La ricchezza diventerebbe quindi la virtù dell’anima e la povertà risulterebbe la vera corruttrice dello spirito.
…In un mondo un po’ invertito,
la morte fosse la vita?
Piangeremmo i nuovi nati, ma gioiremmo ad ogni funerale.
…In un mondo passeggero,
l’Africa fosse bianca e l’Europa tutta nera?
Non si distribuirebbero più viveri ai villaggi africani, ma creme solari. E nei nostri stadi la violenza sarebbe rivolta verso quei “puliti” bianchi che contaminano il paese.
…In un mondo non troppo lontano,
tutte le nostre credenze da un momento all’altro crollassero e tutte le nostre convinzioni sfumassero? E se la fame non fosse più del lupo ma dell’agnello? Se la bruttezza non fosse più figlia della cozza? E se gli occhi non somigliassero più a quelli della cerbiatta ma di una strega? E il naso da befana diventasse di moda?
Fragili come siamo ci aggrappiamo a quello in cui crediamo, cerchiamo in tutti i modi di dare ordine a ciò che di natura è caos, di dare un senso a ciò che un senso non ha. Così con gli occhi coperti da un’illusione di stabilità, abbiamo paura di tutto ciò che potrebbe far cadere in mille pezzi il castello di cristallo delle nostre convinzioni. E il diverso ci spaventa, perché ci rende consapevoli di quanto siamo effimeri in un mondo senza limiti.
Benedetta Maffioli