Il gioco dell’amore

Ci insegnano tutti che con l’Amore bisogna giocare ai dei giochi prestabiliti, stare a delle regole già scritte, solo percorsi già battuti. Ci insegnano che si vince solo fuggendo, facendosi rincorrere, dichiarando l’opposto di quello che si pensa, inventando scuse, fingendosi altre persone, mantenendo una certa aria sempre un po’ misteriosa.

Forse una volta poteva anche essere la soluzione migliore, ma al giorno d’oggi è più una strategia valida.

Le infinte strategie dell’amore

È infatti di strategia proprio che si parla. E ce ne sono tantissime! Esiste la regola del “declina sempre il primo invito ad uscire”, quella del “non baciare mai al primo appuntamento”, oppure quella del “fagli credere di essere la più corteggiata per farlo ingelosire”, per finire con “aspetta almeno un mese prima di concederti”. Ce ne sono naturalmente tante altre che amiche, colleghe, esperte in materia non smettono mai di ripeterci quando siamo alle prese con l’inizio di un nuovo corteggiamento. Tutte le donne amano parlarne e ognuna si sente in dovere di istruirti, pronta a trasmettere tutto il tuo sapere a te, nuova adepta, che hai tanto bisogno di imparare.

Un tempo, forse, queste strategie funzionavano anche. L’uomo era consapevole del suo ruolo e del fatto che, prima che la donna da lui amata si fosse concessa, avrebbe dovuto stare ad aspettarla sotto casa per ore, spendere soldi in cene, cinema e uscite nelle sale da ballo. Avrebbe dovuto mettere in gioco il suo nome con la famiglia di lei, coinvolgendo onore, valori e parola data. Avrebbe, quindi, dovuto dare tutto se stesso, consapevole del calvario che stava per intraprendere, pronto a lasciare a casa orgoglio e dignità e perdersi in quella lama a doppio taglio che erano gli occhi della sua amata.

E adesso, cos’è che ha invalidato teorie impregnate di tanta saggezza popolare?

Gli uomini hanno incominciato ad assumere sempre più l’atteggiamento della giovane donna che vuole essere corteggiata. Si è creato così uno scontro di strategie che ha portato alla conseguenza che, se prima il “aspetto che mi chiami lui” della donna era ripagato da una chiamata ricca d’amore del suo uomo, ora il “vediamo se mi scrive” di entrambi è seguito ad un silenzio tombale che, per questioni di orgoglio, nessuno ha intenzione di rompere, spesso causando, ancora prima di nascere, la fine di un rapporto.

Anche il “gli faccio vedere quanto sono desiderata per renderlo geloso”, un tempo poteva funzionare per far scattare nel pretendente un senso di competizione che avrebbe reso più ambito il premio finale. Adesso serve solo a dargli un pretesto in più per non corteggiare, perché la fatica, per gli uomini d’oggi, è parola tabù!

Il “faccio la misteriosa”, che una volta serviva a rendere il pretendente più interessato a scoprire chi fosse veramente dietro a quelle belle curve e a quel viso, ora non è nemmeno più possibile. Oggi siamo così rintracciabili che le nostre vite sembrano più pubbliche che private.

Minoranze e maggioranze…

Rimane anche una piccola minoranza di uomini più furbi che hanno capito che quello che le donne cercano è l’uomo di una volta. Che le corteggi e le faccia sentire uniche e speciali, che le vada a prendere in macchina, che le porti fuori al ristorante, che le apra sempre la porta (non sbattendogliela in faccia) e che le faccia capire di essere diversa dalle altre.

In questa piccola percentuale vi è un’ancor piccola minoranza di coloro che sono ben intenzionati (1%), ma la stragrande maggioranza, che è composta dai più Don Giovanni, si comporterà in due modi diversi a seconda di come il loro corteggiamento abbia attecchito sulla ragazza prescelta.

Se tu, ingenua, convinta di essere davvero speciale, di essere riuscita a fargli provare sensazioni che con le altre donne non aveva mi provato, ti concedi cieca e vittima del suo amore, raggiunto “l’obiettivo” lui comincerà piano piano a diventare invisibile, trovando impegni, scuse poco credibili, alle quali tu crederai fino a che ti renderai conto che sono passati mesi senza vedervi.

Se tu, invece, più esperta, non per tua saggezza infusa, ma per essere già stata vittima di un suo simile, sei restia a cedere alle sue avances, nel giro di poco, appena lui nota che il lavoro si prospetta più lungo del previsto, abbandona la caccia per un’altra preda. Lasciandoti, questa volta, non privata della tua dignità, ma sempre più disillusa sul genere maschile.

Cosa rimane, dunque?

Ciò che rimane è proprio quell’1% di uomini che per l’amata farebbero di tutto. Di solito non è bello, non è alto, non è affascinante, piuttosto magrolino, un po’ “sfigato”, molto timido. Il classico uomo che non prenderemmo mai in considerazione per un possibile nostro futuro fidanzato.

Ma ci sbagliamo, perché è proprio lui l’unico che ci potrà rendere felici, che non ci ferirà, che ci rimarrà sempre leale, con il quale non avremo bisogno di fingere persone che non siamo o dimostrare personalità che non abbiamo. A lui basta essere al nostro fianco, svegliarci la mattina con un bacio e darci la buonanotte con una carezza. E noi, donne, dobbiamo solo rendercene conto, capire che l’amore non è tutta quella costruzione di regole, giochi e strategie, l’amore è fiducia e rispetto, bene e stima, dialogo e intesa.

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