Ci sono varie definizioni per il temine nazione, ma ognuna porta ad un diverso filone del nazionalismo. Si può però affermare che il desiderio di un attaccamento interpersonale, il bisogno di appartenenza, siano tra le motivazioni umane fondamentali. Cos’è quindi il nazionalismo se non un profondo desiderio di appartenenza alla propria nazione? E cosa sono gli inni delle varie nazioni se non espressione di tale desiderio?
Da un punto di vista politico e sociologico la “Engaged theory” afferma che, mentre il nazionalismo è un fenomeno moderno, il contenuto e la portata soggettiva di quest’ultimo dipendono da sentimenti primordiali. Tali sarebbero i sentimenti espressi dagli inni nazionali, dalle bandiere e da tutti quei simboli di identità collettiva considerati estremamente importanti per la comunità.
Il nazionalismo dunque è l’esaltazione dell’idea di nazione e di tutto quanto è espressione di essa nella vita civile e politica.
Il fenomeno degli inni
Ogni nazione è identificata da una bandiera, ma ogni nazione si identifica in un inno, una canzone in cui si riconosce e con cui ogni cittadino riconosce la propria appartenenza. Un inno nazionale è una composizione musicale che evoca ed esalta la storia, le tradizioni e le lotte del suo popolo. Non è dunque un caso che siano nati nell’Europa del XIX secolo, insieme al nazionalismo stesso.
Gli inni nazionali sono utilizzati in una vasta gamma di contesti: militari, diplomatici, sportivi, nei giorni di festa. In alcuni paesi l’inno nazionale viene suonato per gli studenti ogni giorno all’inizio della scuola come un esercizio di patriottismo. In altri, invece, l’inno può essere suonato in un teatro prima della messa in scena o in un cinema prima di un film. Molte stazioni radiofoniche e televisive hanno adottato questa usanza e suonano l’inno nazionale, quando iniziano la mattina e di nuovo quando finiscono di notte. Ad esempio, l’inno nazionale della Repubblica Popolare Cinese è suonato prima della trasmissione del telegiornale della sera sulle emittenti televisive locali di Hong Kong. In Colombia, per legge, bisogna suonare l’inno nazionale alle 6 : 00 e alle 18:00 su ogni stazione radio e televisione pubblica. In Thailandia l’inno Phleng Chat è suonato alle 08:00 e alle 18:00 a livello nazionale.
Oltre gli inni nazionali
Se vogliamo parlare del nazionalismo in musica però, non ci sono solo gli inni ufficiali. Numerose, infatti, sono le canzoni in cui le persone si riconoscono ogni giorno come appartenenti ad una nazione.
Prendiamo ad esempio l’album Born in the U.S.A. di Bruce Springsteen. Pubblicato nel 1984, dopo il Vietnam, il Watergate, l’Iran. Quando l’autore ne parla dice:
“Penso che la gente abbia bisogno di provare sentimenti positivi nei confronti del loro Paese.“
L’album, contenente l’omonimo singolo, è stato il suo più grande successo commerciale, con 15 milioni di copie vendute solo negli Stati Uniti e altrettante a livello mondiale. Non lo si può definire esattamente un disco patriottico, ma di certo parlava alla sua nazione e questa si riconosceva nelle sue parole.
Restando negli U.S.A., sono numerose le canzoni che parlano dell’America statunitense, basti pensare alla cover di Madonna di American Pie, canzone del celebre cantautore statunitense Don McLean, oppure a Party in the U.S.A, tra le canzoni di maggior successo di Miley Cyrus. In entrambi i video è fatto largo uso della bandiera nazionale. Pensiamo anche al singolo di Lana Del Rey National Anthem, titolo che non potrebbe essere più eloquente.
Il National Anthem, che sia quello ufficiale o meno, è quindi una canzone che parla alla propria nazione di se stessa, dei suoi successi, delle sconfitte, delle sua cultura, delle sfide che le persone devono affrontare ogni giorno, delle proprie origini e delle vite di tutti i giorni.
FONTI
Born in the U.S.A.
American Pie, versione di Madonna
La versione di DonMcLean
Party in the U.S.A.
National Anthem
CREDITS