“Dove è amicizia, là sono le ricchezze”.
Così scriveva Plauto parlando dell’amicizia. Sicuramente il poeta latino intendeva un tipo di relazione che, per essere davvero ricca, deve essere vissuta appieno, costruita giorno per giorno, assaporata in ogni attimo e non contemplata come una meraviglia naturale.
L’amicizia è un sentimento molto importante che nasce a partire dall’infanzia. Nei primi anni di vita i bambini considerano amici loro tutti i compagni di gioco ed è molto facile stringere nuove amicizie. Crescendo, poi, si comincia a distinguere tra chi è bene e chi è meglio evitare, per arrivare all’adolescenza dove, spesso, gli amici sono più importanti dei propri genitori. Diventano coloro con i quali ci si sfoga, si parla di un problema, si fa i compiti o ci si diverte. Crescendo, l’amicizia diventa importante anche sul posto di lavoro, per avere qualcuno con cui condividere un caffè, fare quattro chiacchiere o uscire il week end. Infine, da anziani, si torna all’amico come un compagno di giochi, proprio come nell’infanzia.
L’amicizia oggi
Ma al giorno d’oggi sorge spontanea una domanda: esiste ancora la vera amicizia? Quella con la “A” maiuscola?
Il mondo contemporaneo è dominato dal mercato e dall’utile economico, si chiama “la politica della competizione per il potere”. C’è ben poco spazio per i rapporti personali sinceri, soprattutto perché la nostra società ci impone un continuo mutamento. Quando cambiamo residenza e lavoro finiamo anche per lasciare i vecchi amici. Nessuno può restare immobile e guardarsi indietro. Cambiamento e flessibilità sono le parole d’ordine. La parola amicizia va ad assumere addirittura un significato negativo, di privilegio, di raccomandazione. Per trovare un posto di lavoro, per essere ammessi in un college prestigioso, per avere una casa in affitto, occorrono raccomandazioni, delle amicizie. Questa parola diventa così un sinonimo di ingiustizia.
Nonostante questa prima impressione, la realtà, per fortuna, non è proprio così. L’amicizia esiste ed è una componente essenziale della nostra vita moderna e frenetica, proprio come lo era nel mondo antico.
Cinque secoli prima di Cristo, nella cultura cinese, Confucio elencava cinque tipi fondamentali di relazioni interpersonali: fra imperatore e suddito, fra padre e figlio, fra uomo e donna, tra fratello maggiore e fratello minore. Tutti e quattro questi tipi di relazione sono gerarchici, fra un superiore e un inferiore. Esiste però una quinta relazione che non è gerarchica e avviene tra eguali: l’amicizia. Non ci stiamo però riferendo ai suoi numerosi significati nel linguaggio corrente, ovvero al socio, conoscente, persona simpatica, vicino, collega di lavoro… oggi, come nel passato più antico, intendiamo un altro significato, quello di amico personale a cui vogliamo bene e che ricambia il nostro affetto in modo del tutto disinteressato. L’arma segreta è dedicarsi del tempo a vicenda, ecco perché di veri amici, che ci conoscono davvero, ce ne sono pochi.
Tra questi c’è lui: l’amico-amico, il partner ideale, unico ed esclusivo, quello che è insostituibile. Si chiama “alchimia perfetta” e se esiste se ne accorgono tutti. Le persone che ne sono coinvolte hanno infatti un modo speciale di parlarsi, di ridere e di affrontare la vita, perché lo fanno stando insieme.
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