Michele Boldrin, co-fondatore del partito politico Fare per fermare il declino, qualche tempo fa in un’intervista ha lanciato lo slogan «Aboliamo il Liceo Classico!», scatenando un’ondata di scontri a suon di retorica tra i sostenitori dell’una e dell’altra fazione. La questione, sostiene Boldrin, nasce dal fatto che latino, greco, storia ed arte altro non sono altro se non un bellissimo lusso, paragonabili ad una Ferrari, da imparare solo dopo aver appreso le basi di chimica, biologica, ingegneria, matematica, scienze e averle messe in atto. Il rischio è quello di non restare al passo con i tempi, di incespicare dinnanzi al progresso e non saper reggere il confronto con i “grandi” quali Inghilterra, Germania e Stati Uniti d’America. Dalle pagine del blog «Noise from Amerika», inoltre, risponde alle obiezioni smontandole, a suo modo, punto per punto.
Tuttavia, affiancando il nome di Boldrin al FiD, partito di cui oggi è coordinatore, immediatamente ci si ricorda della scandalosa figura fatta dall’amico Oscar Giannino, reo confesso di aver ottenuto un Master alla Chicago University (a Chicago non era andato mai nemmeno in vacanza) e due fantomatiche Lauree in Legge ed Economia. Recentemente, Giannino si è confessato all’Huffington Post, dicendo di averlo fatto perché sofferente di un complesso d’inferiorità nei confronti degli amici Luigi Zingales e Boldrin. Entrambi docenti a Chicago.
L’eredità del liceo classico
Al di là degli attacchi retorici che possono pervenire dall’una o dall’altra fazione, il Liceo Classico può lasciare in eredità qualcosa che nessun libro di Ingegneria, Chimica o Fisica potrà mai dare: l’apertura mentale. Quando si legge e si scrive si è consapevoli che dietro ad una parola convivono un mondo di significati, complementari e necessari a descrivere una realtà complessa come quella del mondo nel quale siamo inseriti e che il caro Boldrin ha tanta fretta di rincorrere.
Se si visita un Museo si saprà apprezzare la bellezza e riconoscere i diversi stili pittorici e di scultura. Non si tratta qui di parlare di una cultura generale e generalista ma, al contrario, dell’importanza di “imparare ad imparare”. Il più grande peso nella valigia della vita che ci porteremo sempre con noi, saranno proprio i piccoli insegnamenti di quei professori così all’antica di Latino e Greco, che ci insegnarono a vedere il mondo da una prospettiva altra.
La parola progresso deriva giustappunto dal latino “progredior” che significa “andare avanti”.
Seneca, a tal proposito, scriveva:
“Verrà un giorno in cui il passare del tempo e l’esplorazione assidua di lunghi secoli porterà alla luce ciò che ora ci sfugge. Verrà il giorno in cui i nostri posteri si meraviglieranno che noi ignorassimo cose tanto evidenti“
È bello pensare che i posteri si meraviglieranno di coloro che tanto ardentemente sembrano opporsi all’insegnamento intensivo di queste materie sin dall’adolescenza. Perché molto spesso è proprio nello stretto legame con il passato che si può trovare la chiave di lettura per il nostro futuro.
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