Il ritorno dello swing

Una grande orchestra che suona jazz, un famoso clarinettista, ballerine di tip tap con cerchietti piumati e cocktail serviti a base di gin e whiskey. No, non stiamo parlando di un film ambientato negli anni del proibizionismo, ma del carnevale milanese al Santeria Social Club. L’orchestra in questione è la Monday Orchestra diretta da Luca Missiti e il clarinettista è l’immenso Paolo Tomelleri; solo una delle numerose serate in stile swing che stanno animando la città meneghina (e non solo questa).

Il ritorno dello swing

C’è chi quando sente le parole “swing”, “lindy hop”, “balboa” o “shag”, sgrana gli occhi chiedendosi di cosa si stia parlando, ma sono parole che negli ultimi anni stanno tornando sulla bocca di molti.  Da un paio d’anni a questa parte in Italia, seguendo una scia europea, sono tornati in voga i balli caratteristici del periodo storico che va dagli anni ’20 agli anni ’50 del secolo scorso. Dal charleston al rockabilly, ma sopratutto il lindy hop. Alcune città come Milano, Torino e Firenze si stanno trasformando in veri e propri templi della musica swing e dintorni. Le serate dedicate a questi balli si moltiplicano, rendendoli un nuovo fenomeno di massa e andando a sostituire gli ormai un po’ stantii latinoamericani.

Grazie a questa nuova moda, perché anche di questo si tratta, la musica swing viene oggi finalmente riscoperta e portata alla conoscenza di tutti. In Italia sono ormai moltissimi i festival dedicati a questo genere, dallo Swing’n Milan, allo Swing Crash di Como e al Royal Swing Fest di Torino.

Il lindy hop è un ballo di coppia nato ad Harlem a metà degli anni venti, inventato dagli afroamericani ispirandosi al charleston, è stato il primo stile che ha attirato nelle ballrooms americane bianchi e neri indiscriminatamente. Il che fu di fatto un enorme fenomeno di integrazione. Il padre del lindy hop è Frankie Manning, che dagli anni trenta ne ha codificato i passi rendendolo un genere a tutti gli effetti. Manning riuscì a fare carriera con il lindy hop fino agli anni cinquanta come ballerino e coreografo. Sua è la celebre coreografia del film Helzapoppin’ del 1941.

Dal decennio successivo la musica swing subì un declino, sostituita rapidamente dal rock’n roll e Manning si trovò costretto a lavorare in un ufficio postale per più di trent’anni; solo nel 1987 ormai settantenne, ricomincia ad insegnare e porta il lindy hop a Broadway; grazie a lui questo ballo viene riscoperto prima negli Stati Uniti e poi in tutto il mondo.

Swing e lindy pop nella Milano d’oggi

A Milano sono moltissimi i corsi che si possono trovare sia per imparare il lindy hop che altri balli affini, dal boogie allo shag, al meno conosciuto balboa. Diverse scuole di danza hanno attivato corsi di questi generi chiamando insegnanti specializzati e sono nate associazioni dedicate esclusivamente a questi generi. Come Swinguys e Nonsolocharleston.

Un’originale iniziativa nata dal web è è gruppo su Facebook Swinging Around Collective (SAC) che, su iniziativa dei vari membri, organizza pomeriggi danzanti durante i week-end in giro per la città. Le mete preferite sono la Darsena o Piazza Affari.

FONTI

SwingFever

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