Quanto peso si dà al peso?

Scusi le interesserebbe uno sconto palestra?” chiedono dei ragazzi in maglietta arancione all’uscita della metropolitana. Persone passano oltre, di qualunque stazza esse siano. Accanto, la vetrina di un negozio è coperta da una pubblicità nella quale una ragazza bionda dalla vita stretta, con camice e cartella, offre con orgoglio programmi per una perdita di peso immediata, attraverso diete e metodi miracolosi dimostrati da video di donne in carne dimagrite di oltre dieci chili.

A un isolato di distanza si svolge una sfilata della settimana della moda, dove figure femminili alte, slanciate e filiformi camminano sulle passerelle, detenendo l’ambito titolo di modelle, immagini incarnate della femminilità. Le mentalità si adeguano così a questa idea di un corpo magro e perfetto, preferendo spesso vite sottili e visi stretti alle cosiddette “curve” di fianchi e seni. Difficilmente una ragazza non viene apprezzata perché “troppo magra”, cosa che accadeva spesso invece in tempi antichi. Nell’ “ars amatoria”, Ovidio dava addirittura consigli per apparire più in carne:

Se troppo magra, indossa grosse lane, lascia il mantello sciolto sulle spalle. A scapole puntute rimedia con sottili cuscinetti

Oggi invece fra gli spam più diffusi ci sono quelli che promettono di perdere “dieci chili in una settimana”. Il problema insorge quando, a queste illusioni, s’inizia a credere come verità assolute, e si cerca una strada più immediata della sola periodica e sana attività fisica. Quella del digiuno.

L’anoressia nervosa: quanto peso diamo al nostro peso?

Pochi sanno che, anche per bruciare il grasso in eccesso, è necessario un apporto minimo di zuccheri. Senza questi si rischia di andare incontro ad acidosi, come i bambini affetti da acetone, i quali si muovono troppo senza aver mangiato abbastanza. Dalla denutrizione volontaria non sorge quella bellezza in grado di attirare attenzioni e complimenti desiderati ma non sempre ottenuti, bensì una vera e propria malattia: l’anoressia nervosa.

Essa inizia a manifestarsi sempre più precocemente, colpendo anche maschi (nel 5% dei casi) e ragazzine di soli dodici anni. A quell’età si può essere facilmente influenzabili, spesso in cerca di modelli da seguire. Se persino le eroine dei cartoni animati, che si sta iniziando a non guardare più, appaiono sottili e longilinee, perché non ispirarsi a chi nel mondo reale ha un aspetto magico col quale ottenere celebrità?

Perciò l’associazione di idee modelle-anoressia è molto diffusa, coinvolgendo le indossatrici sia come vittime che come cause della malattia. Il mondo della moda impone standard di magrezza che chi intende entrarvi si ritrova costretta a seguire. Basterebbe forse imporre agli stilisti di assumere solo ragazze normopeso per arginare il problema e tentare di modificare gli standard di bellezza? Ma in che modo si può stabilire l’eccessiva magrezza?

Basta poco per essere considerati sottopeso secondo gli standard internazionali, che spesso seguono la formula dell’Indice di Massa Corporea (peso/altezza alla seconda), reputando normopeso solo chi rientra fra le cifre 19 e 22, ma senza tener conto che un atleta muscoloso risulterebbe sovrappeso come uno che fa vita sedentaria.

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