NOTTE SULLE COLLINE
Fuori dalla porta
L’aria è piena di occhi
Giù dalle scale
C’è una ferita
Aperta
Sul cuore dell’universo
Dalle colline
Affogate
In un tuffo di nebbia
Giunge un gocciare
Lento
Di sangue
I tralicci del buio
Attorniano
Il calice
Delle caviglie
E scivolano
Sull’acqua
Nera
Per spegnere
Freddi tramonti
L’eternità nitrisce
Spasimando
Per l’ombra del grano
Tumulata nel fango
Odi il suo grido
Sulle colline?
L’umido legno
Sussurra paure
A tremule cose
Figlie dalla notte
Che dilagano nel gelo
Come un panno zuppo
Spalmato sulla pelle
Il lucore del fosforo
Danza remoto
Come uno scheletro
Sul fondo del mare
Il bosco ribollisce
Ha sonnambule radici
E avvita
Fiamme verdi
Tra i vapori stellari
Oltre le trame
Nude
Dei rami
L’erba s’inchina
Voluttuosa
Si rincorre
Si fa seta
Nera
Immobili
Ristanno
I monti d’ossidiana
Rinserrando memorie
Tra petali di fiori
Non visti
La cavalla
Nera di peste
Su gambe ossute
Anche stanotte va
Corre le colline
La déa incendiaria
Urla la sua magrezza
Al fango che geme
Sotto i suoi zoccoli
Spaccando vetri
Che versa nei cuori
Una notte più antica
L’uomo la fermò
Con cento catene
Lei fu bella e fu sua
E promise che mai
Non una volta ancora
Avrebbe galoppato
Nel deserto notturno
Sulle colline
Ora l’uomo dorme
Un pallido sonno
Sotto ombre curve
Le catene sono sparse
E la déa va
Come prima andava
Nitrendo
Ardendo
Sulle colline
di Ivan Ferrari