LA BELLEZZA SALVERA’ IL MONDO

La crisi economico-finanziaria che dal 2008 si è diffusa in tutto il mondo e ha provocato effetti negativi ovunque sembra non essere riuscita a scalfire il settore del lusso. I grandi marchi dell’alta moda paiono assolutamente refrattari a qualsiasi flessione del mercato: che l’economia vada o no, le solite firme mietono grandi affari senza cedere di un passo. Anzi proprio l’esclusività della loro offerta – e quindi del loro pubblico – fa sì che chi decida di acquistare un loro capo lo possa fare sempre, con o senza crisi.

 

 

Un’indagine di Frontier Economics presentata in questi giorni a Bruxelles rivela “l’importanza del settore del lusso come un fattore chiave per i posti di lavoro e la competitività in Europa”.

 

 

Lo studio è stato commissionato da ECCIA (European Cultural and Creative Industries Alliance), composto dalle cinque maggiori associazioni europee attive nel settore lusso, e attesta come la produzione totale del settore rappresenti il 3% del Pil europeo. I produttori vantano che il settore abbia registrato una crescita a due cifre negli ultimi due anni e che potrebbe continuare a farlo, al ritmo del 7-9% annuo. Le conclusioni della relazione confermano che il settore dei beni di lusso è di fondamentale importanza per la prosperità dell’Europa. L’osservatorio di Confesercenti registra sì il drammatico tracollo del settore abbigliamento nei primi otto mesi del 2013 (una cessazione su quattro nel commercio è un negozio di questo settore) ma rileva anche la continua crescita dei negozi on line. Le imprese di commercio al dettaglio che vendono attraverso internet sono aumentate negli ultimi venti mesi del 24,5%. In particolare, da gennaio 2012 ad agosto 2013, le attività di commercio web sono passate da 9.180 a 11.430: un saldo positivo, pari a quattro imprese in più al giorno. Il dettaglio territoriale mostra come l’incremento maggiore di imprese sia avvenuto nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia con un aumento del 30,8%.

I dati sono sorprendenti. Il pensiero logico e razionale porterebbe pensare che proprio il settore più superficiale sia il primo a risentire gli effetti di una crisi economica di tale portata, eppure così non è.

Aveva forse ragione il grande scrittore russo Fëdor Dostoevskij a dire “la bellezza salverà il mondo”.

 

 

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