Questo spazio si propone di dar parola e voce a giovani poeti emergenti, che con le loro parole e poesie tentano di guidarci e orientarci verso il futuro.
Il «Movimento per l’emancipazione della Poesia»
VITA
Ti regalo il tenero candore dei religiosi di paese
che vivono nella delicatezza delle loro convinzioni
vere
ti regalo lo stupore che viene
dal pensare la tua viva realtà soggetta alle pagine del tempo
ti regalo l’alba di un giorno d’estate
che mentre la città dorme
sembra ascoltarti come un amico ancora vicino
ti regalo il sorriso di mio padre
quando gli assicuravo quanto lei fosse di gran lunga la più bella
ti regalo tutti i momenti di felicità
che vengono dal pensiero di promesse tutte future
ti regalo tutte le lacrime
del cuore quando vede i propri sogni morire
Ti regalo tutto cara vita
Ma considera la mia fine come un dono, non un semplice scomparire.— A.07, membro del MeP (Movimento per l’Emancipazione della Poesia)
Vita, è una delle molte poesie che popolano l’homepage del «Movimento per l’emancipazione della Poesia», meglio noto come «MeP». Il Movimento si propone di riportare la poesia nei luoghi più comuni della città, come le strade, le piazze, i muri abbandonati. Il gruppo non mira alla gloria poetica o al veder stampate le proprie poesie su inanimati oggetti. Vogliono che lo studente che si sta dirigendo a scuola, la casalinga che fa la spesa, lo spazzino che tenta di portare a termine il suo lavoro, alzando verso l’alto, notino quel minuscolo e appiccicoso foglietto. Quella poesia che li accompagnerà per tutta la loro giornata o che magari rimarrà inascoltata fino alla prossima bocca che sillaberà le sue parole in silenzio.
“Eluveitie“
ELUVEITIE
Accarezzo il brivido di questa sera
Sotto il sordo rumore dell’ossigeno.
Entra ed esce dalla stanza la piccola nota
In cerca del suo complesso
Di uno svago buttato nel cemento
Di qualche strada, di qualche angolo
Di tristi piogge autunnali,
come il finire delle storie
quando assaggi un po’ di sogni,
che lascia un sapore amaro.Come la vita.
Vorrei trascrivere il nostro piccolo infinito.
Il nostro mondo pieno di bugie,
che si perdono come una goccia in un mare di paure.
Sento lontano il profumo della primavera,
che giace sulle proprie gambe stanche.
Sento triste il suono della melodia che prima portava amore
E come gocce cade la passione dai nostri corpi,
quasi curvi e calvi.
E ci si amerà per noi spettri di noi stessi, senza sospiri.–D.S.
Questo autore ha deciso di rimanere anonimo, di lui abbiamo solo questa poesia, che probabilmente parla molto più di un nome e di una sfilza di dati biografici. Avere vent’anni e provare tutta la malinconia di sentirsi estremamente vivi. Milioni di sentimenti che scalpitano e lottano per avere anche loro un posto in questo mondo. Scrivere è un’esigenza. L’esigenza di sentirsi capiti da se stessi. E l’autore è riuscito a ritagliarsi un posto tra le sue mille parole.