Il 12 marzo 1967 venne alla luce il primogenito disco di una band destinata a scrivere le pagine della storia della musica. Affiancati dalla diafana cantante tedesca Nico, i Velvet Undergound debuttarono sul palcoscenico del rock statunitense e internazionale con un mix di suoni destinato a rimanere celebre per anni. Gettarono così le fondamenta per la sperimentazione di vari generi innovativi nello scenario musicale: dal punk alla new wave, dal rock psichedelico all’indie-noise.
“The Velvet Underground & Nico”: un disco senza tempo
Tutte le canzoni raccolte nell’album vennero registrate nell’aprile 1966 presso lo Scepter Studios di New York, ad eccezione del famosissimo singolo Sunday Morning, inciso nel novembre dello stesso anno. Fondamentale nella realizzazione del disco fu il contributo di Andy Warhol, formalmente accreditato come produttore. In realtà non sappiamo di che genere sia stata la sua influenza dal punto strettamente tecnico-musicale. Indiscusso però è il ruolo che l’eccentrico artista rivestì nell’ambito dell’immagine. La copertina dell’album, da lui ideata, costituisce tuttora un simbolo intramontabile della cultura pop-provocatoria del tempo. La banana gialla accompagnata dalla didascalia “Peel slowly and see” (Sbuccia lentamente e vedi), rimossa l’etichetta coprente, rivelava un ambiguo rosa che alludeva ammiccante ad un membro maschile.
Gioco non molto sottile tra un rimando – falsamente velato – e la sua cruda esternazione: non stiamo parlando di piacere discreto, ma di puro godimento sedato a colpi di morfina. In circa 48 minuti di ascolto, esperienze sensoriali diverse fanno vivere scariche di adrenalina e navigare mari dalle acque quiete ma torbide ed insalubri, precipitare in corse sfrenate in abiti poco leciti, contorni sfocati e ansiogeni, passioni ed irrealtà. Le undici canzoni che fanno parte dell’album alternano atmosfere varie: dal clima ipnotico ed erotico di “Venus in Furs” al ritmo frenetico di “Run run run“.
“Breve ma intenso”: la collaborazione con Nico
Merito di Andy Warhol fu anche quello di creare una collaborazione di successo tra la band maschile ed una figura assolutamente affascinante: Nico. Dopo aver frequentato per diverso tempo la Factory, la cantante ed attrice di origine europea accettò di partecipare al progetto dell’artista di platino. Nico non scrisse nessun testo per il disco in questione, ma cantò ben tre canzoni: “Femme Fatale“, “I’ll Be Your Mirror” e “All Tomorrow’s Parties“. Pochi mesi dopo la cantante decise di abbandonare il gruppo esordiente ed intraprendere la carriera da solista.
Quando The Velvet Underground & Nico uscì, con l’etichetta Verve Records, non ottenne immediatamente un notevole successo commerciale. A causa di azioni legali la MGM Records fu temporaneamente costretta a ritirare dal mercato tutte le copie dell’album, che fu pubblicato di nuovo in seguito a dei cambiamenti di grafica. Purtroppo questo evento frenò il boom di vendite istantaneo. Tuttavia il disco negli anni fu straordinariamente apprezzato dal pubblico e rivalutato dalla critica mondiale.
Nel 2003 la rivista Rolling Stone lo ha inserito al 13º posto nella lista dei “500 migliori album della storia della musica”.
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