Il poeta Michael Longly disse:
“Se sapessi da dove provengono le poesie, ci andrei”
e ho pensato come sarebbe se potessi vivere in una poesia,
o se potessi in qualche modo essere dentro una di esse,
o vivere dove vivono tutte le tue poesie.
Se potessi scegliere una poesia nella quale stendermi
completamente, tutta quanta,
sceglierei dalle poesie di Guido Catalano.
Vivrei volentieri dove vivono tutte quante le poesie.
Mi sono ricordata di un libro letto tempo fa, meraviglioso.
“La prova del miele“ di Salwa al-Neimi
Nella vita della protagonista, c’è stato un uomo.
Un uomo che le ha aperto un mondo.
Michael Longly mi ha ricordato una breve parte
del libro di Salwa al-Neimi che recita:
”Da quando l’ho incontrato non ha mai smesso di recitare poesie.
Poemi interi che imparava a memoria.
Lui declamava e io fantasticavo che li riscrivesse per me sola.
Che la poesia fosse la chiave del mio corpo? La poesia era sempre tra noi.
Lui mi amava con i versi degli altri.
Quando partiva per un viaggio, mi telefonava per dirmi
il titolo di una raccolta o di una poesia.
Io cercavo il poeta, leggevo le parole, e me lo sentivo accanto.
Pessoa, Kavafis, Char, Michaux e altri che non conoscevo.
La poesia era sempre tra noi.
Con lui ho ripreso a scrivere le mie poesiole,
che sono diventate il rito iniziatico di ogni nostro incontro.
Mi chiedeva le mie parole e io, in silenzio, gli porgevo il foglio con la poesia.
Lui la leggeva come se partisse alla scoperta del mio lato oscuro,
della parte più profonda di me che si cela dietro
la mia frivolezza e le mie risate inconsistenti.
Scopriva quello che non osavo rivelare nemmeno a me stessa.
In silenzio ripiegava il foglio con cura e se lo faceva scivolare in tasca.
Che il mio corpo fosse una delle chiavi della poesia?
Basta che io mi veda nuda nello specchio perchè
mi torni in mente come parlava del mio corpo.
Dei mie seni, del mio sesso, delle mie natiche,
della mia pelle, del mio odore. Risento le sue parole e tremo.
Risento le sue parole, le sue carezze, i suoi sguardi e tremo.”
E per tutte le poesie che ho letto.
Tutte quelle che ho sentito mie.
Quelle che ho tenuto dentro, come un tormento.
Come un pugnale sempre pronto ad esplorarmi dentro.
Ho capito che,
le poesie mi hanno ucciso.
Ma
le poesie mi hanno anche salvata.