CHE TIPO ERA “QUELLA” DORIS…

Nel 2007, all’età di ottantotto anni, Doris vinse il Nobel per la Letteratura. Quando glielo comunicarono al telefono disse: “Dopo tutti questi anni? Sono esausta, dovrei festeggiare con lo champagne ma credo che andrò a dormire”.

Questa era Doris Lessing, all’anagrafe Doris May Tayler, nata in Kermanshah il 22 ottobre 1919 e deceduta a Londra il 17 novembre 2013. È stata un’importante scrittrice britannica.

Nata in Iran quando ancora si chiamava Persia e vissuta nello Zimbawe quando ancora si chiamava Rhodesia, a quindici anni lasciò gli studi come manifestazione del suo rapporto conflittuale con la madre. Si sposò due volte, divorziò da entrambi i mariti ed ebbe tre figli.

Si iscrisse al partito comunista, lo abbandonò in seguito disgustata dalle purghe staliniane e non perse mai occasione di criticare duramente tutte le ideologie.

Nel 1950 a Londra pubblicò “L’erba canta”, il suo primo romanzo scritto in Europa  dopo il periodo vissuto in Africa. Nei suoi romanzi descriveva l’animo e la vita delle donne, parlando di politica  e di libertà. Ecco perché ben presto fu etichettata come scrittrice femminista. Ma Doris non lo era e si infuriò parecchio. Quando una volta le chiesero perché, lei rispose: “Quello che le femministe vogliono da me è che io sia il loro testimone. Vogliono che io dica loro che starò sempre al loro fianco nella lotta per il giorno in cui uomini bestiali non ci saranno più. Ma non posso arrivare a fare affermazioni tanto semplificate sugli uomini e sulle donne!”.

Doris quindi non voleva essere il testimonial di nessuno, figurarsi un modello per le donne.

“Il taccuino d’oro”, romanzo che la fece entrare nella rosa dei possibili candidati al Premio Nobel negli anni ’60, recita così: “Una donna che non ha un uomo non può incontrarne uno, qualsiasi uomo, di qualsiasi età, senza pensare, sia pure per mezzo secondo, forse questo è il mio uomo”. Doris Lessing non era una femminista. Era solo un tipo molto particolare.

Federica Premi

 

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