Bjork

Il caso Bjork: QUANDO LA MUSICA UCCIDE

Lo stalking nella musica

Sono diversi anni che sentiamo parlare del crimine di stalking.
Tale reato si configura come un insieme di azioni, moleste e persistenti, volte a recare danni morali e fisici a coloro i quali le subiscano.
Nella storia della musica, diversi sono stati gli episodi in cui lo stalking è poi trasceso in qualcosa di decisamente più orribile e fattuale, in particolare quello di Bjork. 

Madonna

La Material Girl per eccellenza, Madonna, al secolo Veronica Ciccone, è stata terrorizzata dalle minacciose avances. Un gradevole connubio fra “sposami” e “ti taglio la gola” del senzatetto Robert Hoskins, in seguito catturato e condannato a 10 anni per stalking e minacce. Peraltro, Hoskins ha causato un bello spavento alla cantante anche di recente: dopo il suo trasferimento dal carcere ad un ospedale psichiatrico, nel 2012 è scappato, solo per essere riagguantato un paio di settimane dopo.

John Lennon e Selena

John Lennon e Selena, d’altra parte, hanno subito ben di peggio da parte di coloro i quali professavano una passione per loro: l’uno freddato da Mark Chapman per colpa di un libro (un gran bel libro, a dire la verità: Catcher in the Rye, in italiano tradotto come “Il Giovane Holden”), l’altra uccisa dalla presidentessa del suo fan club, Yolanda Saldivar.

Bjork

 Uno dei più raccapriccianti episodi di questo tipo è però stato quello di Bjork, a propria insaputa idolatrata per anni dal ventunenne Ricardo Lòpez. Nato in Uruguay nel 1975 da una famiglia borghese, Lòpez si era trasferito in Georgia in età scolare, e nel videodiario che gli è sopravvissuto ricorda gli episodi di bullismo ed i racconti di pestaggi razzisti. Sognava di diventare un grande artista, ed aveva lasciato il liceo per seguire   la sua passione. Sappiamo inoltre, dai referti medici in seguito esaminati, che era affetto dalla sindrome di Kleinfelter, ossia la presenza di un cromosoma X in più, che comportava una rarefazione dei caratteri sessuali secondari e, nel suo caso, una ginecomastia evidente.

Trasferitosi a Hollywood, in Florida, nel 1990, iniziò un lavoro come derattizzatore nell’azienda del fratello. Nel suo primo diario, risalente allo stesso anno, alterna semplici commenti a proposito del suo lavoro a veri e propri sfoghi sulla sua inadeguatezza sessuale, sul suo peso e sulla sua passione per il piquerismo.

Intorno al 1993 leggiamo per la prima volta della sua passione per Bjork, artista controversa e creativamente all’avanguardia, da lui poi definita come figura filiale per il suo aspetto efebico e per la voce candida.

L’amore diventa ossessione

L’amore per la cantante si trasforma in ossessione nei primi giorni del 1996, e Lòpez appare distrutto dalla relazione della sua eroina con il collega Goldie. Il 14 gennaio 1996 Lòpez inizia a filmarsi, in un documento video della durata di più di diciotto ore, in cui lo vediamo perdere il controllo di sé giorno dopo giorno. In diversi momenti si assiste alla costruzione del dispositivo pieno di acido solforico che il ventunenne intende mandare alla sua amata, un pacco bomba mirato a sfregiare, o meglio ancora uccidere, chi l’avesse aperto. Nove mesi dopo, il 12 settembre, Ricardo, con la testa rasata dipinta di colori ad olio, nudo in mezzo allo squallore del suo appartamento, si punta una pistola in bocca e muore.

Alle sue spalle, un cartello con scritto “The best of me” , che il ragazzo aveva probabilmente intenzione di inondare di sangue. In sottofondo suonano le note di “I Remember You”, di Bjork: la videocamera che ha ripreso tutto continua a girare per i quattro giorni successivi, fino a quando la polizia non irrompe e trova il cadavere del ragazzo, sul muro la scritta “Le pellicole documentano un crimine. Materiale terroristico. Sono per l’F.B.I.”.

Ironico pensare che una settimana prima che Lòpez mandasse l’incarto con l’acido e si togliesse la vita, Bjork e Goldie avevano ufficializzato la fine della loro relazione.

La musica ha potere sugli umani in modi che non possiamo nemmeno immaginare: una voce, lontana, eterea, ci può spingere sull’orlo della follia, ci può far perdere il senno, ci può far rinsavire.
Poco male se chi canta non sarà mai nostro: nella nostra mente saremo insieme per sempre.

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