Ciò che alimenta il terrorismo

Il terrorismo odierno è diverso da quello passato. Viviamo in comunità sempre più multiculturali, tecnologiche e toccate da cambiamenti sociali non indifferenti: sono molti i fattori che entrano in gioco. Ma qual è il processo – o uno dei tanti – che alimenta l’adesione al terrorismo? Di seguito, una riflessione.

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  1. NASCITA DI COMUNITÀ DISTINTE

Ognuno di noi ha una NATURALE DIFFIDENZA VERSO IL DIVERSO. D’altro canto, un po’ tutti siamo a nostro agio con chi ci è simile (Hogg e Vaughan, Psicologia sociale. Modelli a confronto). Infatti, se due CULTURE DIVERSE CONVIVONO, ecco che SI FORMANO COMUNITÀ DISTINTE. Un esempio sono i quartieri maggiormente abitati da una certa etnia: anche all’estero abbiamo molte Little Italy, per dirne una.

 

  1. CONTRAPPOSIZIONE IDENTITARIA E CULTURALE

Due gruppi distinti possono avere una comunicazione molto povera e ciò implica UNA CONTRAPPOSIZIONE (Sherif, vd The Robber Cave Experiment). La gravità di questa contrapposizione dipende da ciò su cui si basa la diversità tra i due gruppi. In questo caso, è l’identità culturale. Se si pensa che questo è certamente uno dei fattori a cui più siamo legati in quanto esseri umani, si coglie quanto questa contrapposizione sia intensa.

 

  1. PROVARE A CONVIVERE E L’IMPORTANZA DEI FEEDBACK

Ma la contrapposizione non è necessariamente negativa. Le persone – autoctone e straniere – possono impegnarsi e PROVARE A CONVIVERE. Le politiche di integrazione sono un esempio di questo sforzo. D’altro canto, il loro esito dipende da entrambe le parti: non basta che vengano istituite, in quanto gli stranieri devono essere propensi ad aderirvi.

Se entrambe le parti percepiscono FEEDBACK POSITIVI, ecco che viene alimentato un CLIMA SOCIALE POSITIVO. Questo permette alle due comunità di comunicare, costruire ponti tra loro e di conseguenza di ridurre la contrapposizione. Invece, un FEEDBACK NEGATIVO a lungo andare riduce l’impegno alla convivenza. Quindi, le tensioni sociali si accumulano e generano un CLIMA SOCIALE NEGATIVO.

 

  1. LO SFOGO DELLA FRUSTRAZIONE: DAI SINGOLI ALLE RETI ORGANIZZATE. 

Come ogni altra frustrazione, anche in questo caso si ha l’esigenza che venga SFOGATA. Lo sfogo può essere più o meno violento e può avere diverse forme: dopo le prime lamentele da parte dei SINGOLI, nascono spontaneamente RETI ORGANIZZATE.

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Quando si parla di RETI ORGANIZZATE, si fa riferimento ai movimenti estremisti che sbocciano in seno sia alle comunità straniere – GRUPPI DI SOSTEGNO AL TERRORISMO – sia a quelle locali – GRUPPI DI ISPIRAZIONE NEONAZISTA.

Le reti organizzate hanno il vantaggio di offrire un’interpretazione e una spiegazione esaustive dei fatti; inoltre, il solo fatto di essere parte di una realtà più grande è di per sé stimolante. Non è difficile pensare che, tra queste persone, molte siano in buona fede. Ma in una fede cieca, che le spinge a credere di aver trovato nel male una risposta ai propri problemi: infatti, una persona insoddisfatta è più propensa a compiere del male (John Dollard, Teoria frustrazione-aggressività).

Questi fattori costituiscono le basi per il contatto e il progressivo avvicinamento tra i due livelli – quello delle reti organizzate e quello delle singole lamentele. Ma qual è il loro rapporto? Si arriva a uno degli aspetti centrali del terrorismo degli ultimi anni.

In un’epoca digitale, le persone possono far parte degli estremismi anche senza esserne mai stati personalmente in contatto. In altre parole, oggi più che mai esiste non solo l’ADESIONE o il reclutamento, ma anche l’ISPIRAZIONE. Infatti, ciò che renderebbe più imprevedibile l’estremismo odierno non è quanto esso chieda espressamente ai propri membri, ma ciò che ispira in tutte le PERSONE INSODDISFATTE e che in esso vedono una possibile soluzione. Per fare un esempio, un ragazzo che mai ha avuto a che fare con l’ISIS può decidere di farsi esplodere perché è quotidianamente esposto a questa fede malata. Ugualmente, un giovane che mai ha incontrato un gruppo filonazista in vita sua potrà trovare accattivante l’idea di bullizzare la ragazza con il velo che lavora al bar sotto casa.

La testimonianza che troverete cliccando qui esemplifica uno dei molti modi in cui la rete può influenzare il pensiero di una persona.

 

5.  IL CIRCOLO VIZIOSO: DALLA POLARIZZAZIONE ALLA CONTRAPPOSIZIONE CRESCENTE

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La costituzione di due schieramenti organizzati implica una spaccatura interna alla società (Mela, Chicco, Comunità e Cooperazione), che ne risulta indebolita. Per di più, tale polarizzazione aumenta la contrapposizione già citate. Se si pensa che viviamo in un momento di crisi economica, ecco che il malessere si somma ad altri malesseri, che sono qui indirizzati verso un nemico identificabile. Ne segue che la contrapposizione è ancora più accentuata. IL CLIMA SOCIALE NEGATIVO NON PUÒ CHE AUMENTARE.

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CONCLUSIONI

La presente riflessione ci spinge in una direzione chiara: non smettere di credere nell’integrazione. O, perlomeno, nella comunicazione tra comunità culturali diverse. Ed è così che alla contrapposizione si sostituiranno l’interdipendenza e la coesione dei vari gruppi sociali. E, se le persone capiranno che la risposta alle proprie frustrazioni può avere un ripiego costruttivo, ecco che le influenze degli estremismi avranno sempre meno piede. Il circolo vizioso morirà.

Credits immagini: Simone Bava

Immagine in evidenza: Wikimedia

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