In bilico tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, intrappolati dall’ossessiva mania di raggiungere un obbiettivo che, fondamentalmente, non porta a nessuna sincera felicità interiore, se questa prima non viene ricercata come ente a sé, indipendente dagli eventi che accadono a noi e intorno a noi.
Open
Di questo fondamentalmente ci parla Open, l’autobiografia di Andre Agassi, pubblicata da Einaudi nel 2011, alla cui stesura ha contributo in modo sostanziale J. R. Moehringer, giornalista premio Pulitzer. Una continua lotta tra odio e amore, ciò che ci viene imposto e ciò che vorremmo realmente.
Questo libro, che ha creato scalpore nel mondo del tennis e non solo, ci racconta la storia di un ragazzo oppresso da un padre ossessivo che lo vuole numero uno al mondo ad ogni costo; Andre finisce con l’odiare quello che dovrebbe amare più di qualsiasi altra cosa, non sopportando più gli estenuanti allenamenti e le fissazioni del genitore. Una carriera lunga vent’anni, da numero uno, tante vittorie sul campo, ma non si sa quante dentro se stesso. L’avversario di sempre, i matrimoni chiacchierati, una vita come molte altre forse, diversa in quanto a fama e successo, ma umana e dolorosa come quella di tante persone.
Open è un libro che cattura la mente, una volta iniziato scorre nonostante la sua discreta lunghezza, anche per chi non ha mai preso una racchetta in mano. Non è la semplice storia di un grande sportivo, è un vero e proprio racconto di vita, capace di indurre alla riflessione più profonda e alla comprensione di quanto, spesso, la nostra mente imponga alla nostra persona limiti e sofferenze di cui siamo, in un certo senso, volutamente schiavi, perché incapaci di liberarcene, incatenati dalla paura, una delle più ferree trappole.
Un divario esistenziale tra ciò che il protagonista vuole e ciò che effettivamente fa, che diventa e appare l’essenza della sua vita stessa. Un libro che merita di essere letto e, durante la lettura, di essere vissuto.
FONTI
lettura e recensione personale
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