Di Simone Apicella
Oggi la maggior parte delle persone che si connettono a Internet lo fa quasi esclusivamente per accedere a un social network. Facebook, Instagram, Twitter, Linkedin – e chi più ne ha, più ne metta – sono solo alcune tra le più famose reti sociali nate negli ultimi dieci anni, e che hanno avuto un successo tale da modificare anche i nostri stili di vita. Gestire una pagina social è diventato un lavoro, non solo un passatempo. Internet è molto più di un like o un tweet, è vero. Ma pochi sanno che fin dalle origini l’invenzione di Internet si è rivelata un potentissimo strumento di contatto tra le persone.
Andiamo con ordine. É noto a tutti che l’idea di Internet nacque da un progetto militare americano in sviluppo durante gli Anni Sessanta, nel pieno della Guerra Fredda. All’esercito degli Stati Uniti serviva un sistema di telecomunicazioni in grado di collegare tra loro i computer dei centri di ricerca della Difesa sparsi in tutto il Paese; un sistema che fosse allo stesso tempo veloce e sicuro – a prova di attacco nucleare, secondo fonti mai confermate. ARPA (acronimo di Advanced Research Projects Agency) è il nome dell’agenzia che prese in carico il progetto, e da cui deriva il nome del primo antenato di Internet, ARPAnet: una tecnologia che permetteva la connessione remota tra computer.
L’aspetto più interessante di questa storia sta nel fatto che allo sviluppo di ARPAnet collaborarono anche alcune università americane. Il primo network della storia dell’uomo collegava quattro centri di ricerca, tre dei quali in California: si trattava della Ucla di Los Angeles, dell’Università di Santa Barbara, di Stanford e del dipartimento di scienze dell’Università dello Utah. Il primo messaggio scambiato su questo network venne inviato alle ore 22.30 del 29 ottobre 1969 dallo studente Charley Kline: era un segnale di log in.. Gli studenti, infatti, collaboravano con i professori allo sviluppo di ARPAnet, dando spesso dei contributi fondamentali, e, si sa, anche una buona dose di spregiudicatezza.
Ray Tomlinson -un nome che non dice niente, non è certo Bill Gates o Steve Jobs – nel 1971 fa lo studente e collabora ad ARPAnet. Decide di testare una sua idea, violando le direttive dei professori: collega due computer alla rete, crea per ognuno una “casella postale” e infine spedisce un messaggio dall’uno all’altro apparecchio. Per differenziare i nomi delle caselle scelse il simbolo @, in inglese at, poiché non compariva in nomi propri, o di aziende o università, e non avrebbe così creato confusione nel network. Il contenuto di questo messaggio è andato perso. Sta di fatto che Ray Tomlinson aveva inventato l’e-mail.
L’anno dopo, nel 1972, ARPAnet venne presentata pubblicamente in occasione di una conferenza internazionale organizzata ad hoc. Più di mille scienziati da tutto il mondo si riunirono per conoscere le possibilità di questa nuova tecnologia di condivisione delle informazioni, di dati tecnici e ricerche. Ma secondo il racconto delle origini di Internet di due presenti, Katye Hafner e Matthew Lyon (che, guarda caso, parlano proprio di”maghi che stanno alzati fino a tardi), gli scienziati dovettero ammettere quasi in sordina che gli utenti della neonata rete stavano trascorrendo molto più tempo a scambiarsi messaggi di posta che appunti di ricerca.
Insomma, il fenomeno social che è esploso sulla rete negli ultimi anni non è una novità e nemmeno una grande innovazione. Fin dalle sue origini, la rete si rivelò uno strumento eccezionale per tenere in contatto le persone.
Credits : Quando Internet conquistò il pentagono, in “L’ultima notizia”, Massimo Gaggi, Marco Bardazzi, 2010 Rizzoli.
Fonte Immagine di copertina: www.personofinterest.wikia.com