Ci attanaglia il nero pensiero
di quella Dea misericordiosa
che trasforma in ricordi.
Fortunati i morti
che non vedranno quel che è rimasto
e ricorderanno così
le persone amate quando amavano,
ora con la bava alla bocca
in un grigio turbine
di insensato indesiderato odio.
Fortunati i dimenticati
il cui ricordo mai si mischierà
alla triste sfilata
delle ceneri di ciò che eravamo
e delle iene in cui ci trasformiamo.
La colpa cade sui vivi.
Gli unici che la possono prendere
e che non sanno cosa farci.
Anche io vorrei essere dimenticato
e separato
da quel che succederà
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