I sette tipi di padrone di cane
1. Il genitore
Classico esemplare che ormai ha perso la capacità di discernere la differenza tra un cane ed un figlio, gli dedica quindi le stesse cure e attenzioni. Di solito è proprio di chi di figli nella vita non ne ha mai avuti o di chi, per sopperire all’abbandono del tetto familiare da parte del proprio pargolo, ha bisogno di sentirsi nuovamente genitore. Appartengono a questa categoria tutti coloro che, quando non pensano di essere sentiti sussurrano all’orecchio del proprio cane frasi del tipo “amore adesso la mamma ti prepara la pappa”.
2. Il burbero
Si sa che avere un cane comporta un grande impegno, non solo di responsabilità, ma anche di socialità. Basti pensare già solo alla fatica di dover memorizzare tutti i nomi dei cani del vicinato e dei loro padroni. La domanda quindi sorge spontanea, se uno sa di non essere un tipo socievole, di non aver voglia di perdersi in chiacchiere e pettegolezzi riguardo alla signora del terzo piano, che sembra essersi impegnata con uno di vent’anni più giovane o il ragazzino del palazzo accanto, che ha deciso di ritirarsi da scuola, che cosa se lo compra a fare un cane? Il burbero è dunque, colui che quando lo incontri per strada, all’inevitabile approccio dei vostri due cani, fa quasi fatica a salutare, se per saluto si può intendere quel grugnito, che da lontano potrebbe essere benissimo scambiato per un sorriso, ma che da vicino ti fa capire quanto dentro di sé stia pensando a che avrebbe volentieri fatto un’altra strada per evitare di incontrarti. Sei anche tu un burbero se di solito la tua preoccupazione maggiore è quella di tracciare il percorso che ti permette di arrivare da casa all’area cani e viceversa con il minor numero di parole proferite.
3. Il nostalgico
Si aggira per i giardini, bazzica le aree cani, con le tasche piene di biscotti per cani, che generosamente offrirà anche al tuo. Vedendolo però solo, senza l’amico a quattro zampe al suo fianco, ti sorgerà spontanea la domanda “anche lei ha un cane?”. Vieni a sapere che ora non ne ha uno, ma che ce l’ha avuto. Un po’in imbarazzo immagini che il lutto sia recente, ma alla domanda “da quanto tempo è mancato?”, vieni a conoscenza del fatto che ormai sono parecchi anni. Ti racconta che da quando è morto ha continuato a comportarsi come se il suo cucciolo fosse ancora vivo, svolgendo le stesse attività di prima. Un po’ sorpreso tu annuisci comprensivamente, non azzardandoti nemmeno a chiedergli come mai non sia mai comprato un altro cane, un po’ preoccupato ti allontani velocemente.
4. L’adolescente
Il classico mocciosetto che si è fatto a tutti i costi regalare un cane dai genitori, perché ha visto che ormai tutti i suoi amici ne possedevano uno. Ha promesso di occuparsene sempre lui, di portarlo giù a far pipì la mattina presto, di portarlo a fare passeggiate tutti i giorni e di assumersi il compito anche dei bisogni serali. Buoni propositi che come ci possiamo immaginare non ha mai rispettato, se non nei primi giorni, e il cui adempimento è spettato quindi ai genitori che di sicuro di impegni ne avevano già a sufficienza.
5. Il rassegnato
Non è lui ad avere un cane, ma è il cane ad avere lui. È colui che nel processo di educazione del suo cucciolo ha fallito probabilmente qualcosa: gli iniziali divieti di non salire sul divano, di non dormire sul letto, di non dargli da mangiare dal tavolo, si sono rivelati imposizioni impossibili da mantenere, data la sua incredibile capacità di guardarti con quegli occhioni ai quali proprio non si può dire di no. Il rassegnato si riconosce da lontano, è colui che non procede diritto per la sua strada ma a zig zag, che si ferma ogni secondo, che non cammina ma viene trascinato, è colui che pur avendo lui il guinzaglio in mano è portato a passeggio dal proprio cane.
6. La snob
L’Ideal tipo è al femminile perché le probabilità che tale caratteristica si riscontri in una donna sono notevolmente maggiori. Il suo cane, di solito non più grande di una mano e sempre accuratamente riposto in una borsetta firmata per evitare che le sue nobile zampine possano accidentalmente entrare in contato con lo sporco terreno, è forse più alla moda della stessa padrona. La giornata si svolge tra saloni di bellezza, per le acconciature esclusive, e boutique di gran classe, per cappottini chic e guinzagli preziosi come gioielli della stessa lucentezza dei brillanti che la padrona porta al dito. Cosa fare se ci si imbatte in una snob? Evitare che il vostro cane appena rotolatosi ne fango entri in contatto con la sua creatura. Attentereste alla sua salute.
7. Il generale
Avete presente i classici film americani di addestramento reclute? Quelli in cui c’è un sergente dispotico che comanda a bacchetta i mal capitati apprendisti marines? Il padrone generale non ha nulla da invidiare ad uno di questi autoritari individui. E il suo cane allo stesso modo non differisce in nulla dalla più motivata delle reclute, con la sola differenza che il classico “signor si signore”, viene rimpiazzato da un bel abbaio. Il cane reagisce ad ogni comando con il più esemplare dei comportamenti: “seduto”, si siede; “terra”, si sdraia; al fischio, ritorna sull’attenti dal proprio padrone. Tu un po’ demoralizzato, assistendo alla scena, cerchi di consolarti dicendoti che non è così che il cane dimostra l’affetto nei confronti del padrone, anche se sotto sotto vorresti che, almeno una volta nella vita, ad un tuo “zampa”, il tuo cane subito ubbidisse e non rimanesse lì a guardati con lo sguardo a punto interrogativo e le orecchie basse, come se stesse osservando qualcuno che sta parlando in una lingua sconosciuta.
Benedetta Maffioli