Immaginate di poter alterare il vostro passato, di poter tornare ad un momento specifico e fare una scelta diversa che poterebbe esiti ancora più svariati. La Dontnod Entertainment e Square Enix ci sono riusciti con l’avventura grafica interattiva di “Life is Strange”: una sorta di serie cinematografica a puntate in cui è lo spettatore ad essere protagonista. Numerosissimi elementi e azioni della trama attivano il cosiddetto “effetto farfalla”, che prevede conseguenze nel passato, nel presente e nel futuro. Questa è la chiave per capire l’avventura. Occorre comunque entrare nel dettaglio per comprendere meglio con cosa si ha a che fare.
Maxine “Max” Caufield è una diciottenne liceale che vive ad Arcadia Bay, nell’Oregon; una ragazza timida, leggermente ficcanaso e con una passione smisurata per la fotografia.
Durante una normale mattina all’accademia d’arte di Blackwell, Max sviene e ha una visione di Arcadia Bay devastata da un immenso tornado. Inoltre scopre casualmente di possedere poteri paranormali: è capace di riavvolgere il passato recente, potendo quindi fare scelte diverse e cambiare il futuro.
Proprio grazie a questo potere riesce a salvare da un omicidio la sua amata compagna d’infanzia, Chloe Price, con la quale decide di condividere il suo segreto per aiutarla a trovare una ragazza scomparsa, Rachel, e salvare Arcadia Bay dal tornado che la distruggerebbe entro pochi giorni.
Sfortunatamente, Max è costantemente costretta ad intervenire per alterare il passato recente ed evitare che Chloe e altre persone vadano incontro ad un destino orribile. Questo continuo passaggio da una realtà all’altra la vede sprofondare sempre più nel passato remoto, aumentando esponenzialmente la gravità delle conseguenze delle sue scelte nel tempo.
Intrappolata in un limbo distopico di realtà mutate dal suo giudizio (o meglio dal giudizio dello spettatore), Max capisce ben presto di dover affrontare la scelta più dura della sua vita per poter salvare Chloe e Arcadia Bay. Questa scelta, ovviamente, è a nostra discrezione.
Scegliere, non è tuttavia l’unica strada dell’avventura. Max avrà sempre occasione per interagire con le persone che la circondano e per scattare una fotografia istantanea a qualcosa di particolare, una foto che andrà ad abbellire il suo album personale dei ricordi, elemento preziosissimo per progredire nella storia.
Ogni passo della trama è inoltre accompagnato da una colonna sonora dolce e persino struggente, che calza perfettamente il “mood” di Max nel corso della sua avventura.
In “Life is Strange” non esistono bene e male; non esiste una scelta sbagliata, nessuno verrà mai a farvi la predica per aver scelto un’opzione o pure un’altra. Come gli stessi sviluppatori hanno l’hanno definita, si tratta di “un’esperienza, che fa riflettere sul tempo, sull’amicizia e sul diventare grandi”.
A dirla tutta, io non ho potuto resistere più di un giorno senza affrontare i cinque capitoli della trama. Mi sono trovato di fronte a scelte estremamente frustranti, tanto che sono spesso tornato sui miei passi una volta comprese le conseguenze. Ciò che l’avventura insegna, tuttavia, è che non si può riavvolgere all’infinito il passato. I poteri di Max sono limitati e abusarne significa rinunciare definitivamente ad alterare alcune decisioni.
“Life is Strange” è una storia d’amicizia, di abbandono, d’amore, di riflessioni; mi ha fatto ridere, mi ha commosso profondamente, ma soprattutto mi ha fatto capire che non esiste una versione della vita in cui ne usciamo vincitori: dovremo sempre rinunciare a qualcosa per ottenere qualcos’altro. Si sa, la vita è ben strana.