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Un amore difficile: tra libri e portafoglio

In un bell’articolo firmato da Noemi Calabrese, pubblicato su Lo Sbuffo il 18 giugno scorso (https://www.losbuffo.com/2016/06/18/leggere-utile-oppure-no/), emergeva tra gli Italiani una certa pigrizia nell’affrontare il mondo della lettura. I libri, si sa, non sono beni di prima necessità, e non è così scontato che l’indifferenza per le pagine inchiostrate nasca proprio sui banchi di scuola, quando certe letture vengono imposte o accompagnate in modo poco stimolante (quanto odiati risultano I promessi sposi del povero Manzoni!).

I costi dei libri

Oggi parliamo invece di costi. Quante volte siete entrati in una libreria e ne siete usciti con una lista mentale di libri da acquistare, in previsione di un più sostanzioso – e quanto mai sperato – “capitale di investimento”? Prendiamo ad esempio i libri che ingombrano il mio comodino, e che sono quelli che da inizio anno ho letto esclusivamente per piacere: 14 euro, 12, 9,  18… totale 53 euro, che – scanditi su sei mesi – fanno poco meno di nove euro al mese… non molto, direte voi. Certo, non molto, se la cifra rimane in sé; ma se aggiunta all’insieme dei libri necessari per l’Università, i conti cominciano a salire vertiginosamente e la cosa incide sul bilancio di fine mese soprattutto se non si hanno altre entrate oltre a quelle che arrivano dalla famiglia.

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L’edizione de Il nome della rosa di Bompiani

Un aspetto curioso per la generazione cresciuta con l’euro è il confronto con un’edizione in lire. Rimaniamo sulla letteratura italiana e prendiamo un libro come Il nome della rosa: l’edizione più recente della Bompiani viene 14 euro. La terza edizione del marzo 1981 (sempre Bompiani) fu pagata da mio padre 12.000 lire, ovvero 6,20 euro.

Certo, non bisogna gridare allo scandalo: che i prezzi con l’euro si siano alzati non è una novità, né è una novità il maggiore potere di acquisto rispetto agli Anni Ottanta; e di certo  un libro di Eco acquistato nel 1981 non ha lo stesso valore di un libro di Eco acquistato nel 2016, a pochi mesi dalla sua dipartita e con una scelta di titoli in più a disposizione.

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Con l’equivalente di quindici euro una persona poteva entrare in libreria e appagare la propria sete di lettura per diverso tempo. I libri non sono oggetti facili e la lettura non è cosa così immediata come sembra. Non sempre è questione di educazione, ma anche (e purtroppo) di portafoglio… come a dire: viva le biblioteche!

 

FONTI

opera intellettuale personale

 

CREDITS

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