La facciata di un pilastro, dello spessore
di un ago. M’impegnavo a cercare
l’interezza nei particolari,
nel volto della gente,
nella sincerità
del bene.
Celebri le figure, e ti dimentichi la
carne e le ossa. Fissi i gesti,
per negare il passaggio delle ore.
Sapevi tutto tu –
dicevi che servono tutti i sensi,
per capire.
Le idee non le puoi toccare.
Circuiti vuoti, sta un mondo in mezzo
e intorno
che rinunci a trovare, che non potresti intuire.
Apri una breccia, e poi nascondila –
Ma non la vedevo che
nella ruggine sulle viti,
tra lo sporco dei treni e la polvere
agli angoli delle stanze.
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