In Italia la violenza maschile sulle donne colpisce una donna su tre. Tali episodi sono in crescita costante, basta aprire un giornale per rendersi conto della gravità della situazione, in molti casi sottovalutata da chi spesso non sa come difendersi.
La violenza maschile sulle donne assume molteplici forme e modalità, anche se la violenza fisica è la più diffusa e visibilmente riconosciuta. La violenza fisica consiste in qualunque atto volto a fare del male o terrorizzare la vittima. Rientrano sotto questa categoria gli schiaffi, le spinte, il lancio di oggetti, il soffocamento e le minacce con arma da fuoco o da taglio. Ma nonostante sia la più diffusa, quella fisica non è l’unica forma di violenza sulle donne. La violenza sessuale é tornata protagonista delle cronache locali; sempre più frequenti sono gli episodi in cui vittime indifese sono le donne, costrette a subire l’imposizione di pratiche sessuali senza il loro consenso e la loro approvazione. Chi è vittima di violenza sessuale subisce l’atto senza riuscire a ribellarsi. Tutti questi fenomeni rappresentano atti lesivi della dignità della persona. La soggiogazione e la sopraffazione fisica finiscono per umiliare e ledere la sensibilità della vittima con danni spesso irreparabili. Altra forma di violenza è quella psicologica che consiste in attacchi, insulti e altri atti volti a molestare verbalmente.
Lo stalking
È spesso un clima di terrore quello in cui è costretta a vivere una donna, continuamente osteggiata e umiliata nella sua dignità di persona, allontanata dalle relazioni sociali e derubata della propria libertà e delle propria facoltà di scelta. Talvolta, infatti, il carnefice è guidato da un’insana gelosia ossessiva che lo porta a mettere in atto tutta una serie di manipolazioni, costringendo la propria “amata” a vivere nella solitudine e a subire ogni tipo di violenza. Ciò spesso continua a perpetuarsi anche dopo la fine di una relazione. È il caso dello stalking, per esempio. Accanto agli abusi domestici, si è ormai diffusa da tempo un altro tipo di violenza che è quella esterna, quella a cui sono soggette le donne da parte di uomini che se ne invaghiscono, uomini che perdono il controllo fino a commettere gesti efferati e, in alcuni casi, estremi.
Il telefono rosa
Alcuni passi in avanti sono stati fatti anche grazie all’iniziativa di quelle persone che hanno istituito associazioni per la tutela e la protezione delle donne che hanno subito violenza. Tra queste vi é il “Telefono rosa”, nato nel 1988 inizialmente come strumento per dar voce diretta alle vittime di abusi. Sul sito (http://www.telefonorosa.it) si legge infatti: “Telefono rosa è un servizio messo a disposizione di tutte coloro che vogliono spezzare la catena del silenzio e del sacrificio, alleati della cultura della violenza“. Oggi moltissimi volontari e professionisti stanno aiutando milioni di donne a parlare, a far sì che le loro difficoltà non rimangano sotterrate nei meandri del proprio animo, ma che vengano alla luce perché tali abusi possano sradicarsi definitivamente dalla vittima che li ha subiti. E tanto ancora si può fare per ricordare che la violenza non ha scuse, la violenza non va mai giustificata!
CREDITI