Hesse, Hermann. – Scrittore tedesco (Calw, Württemberg, 1877 – Montagnola, presso Lugano , 1962). Figlio di un missionario protestante e della figlia di un missionario cultore di orientalistica, fu anch’egli avviato a studi teologici, che però non concluse. Dedito stabilmente alla letteratura a partire dal 1904, si trasferì in Svizzera, di lì intraprendendo viaggi fra cui particolarmente importante quello compiuto in India nel 1911. Durante la prima guerra mondiale, cui fu avverso quale pacifista e antinazionalista, si occupò di assistenza ai prigionieri. Fu uno degli scrittori del primo ‘900 che più si dedicò a una ricerca letteraria e insieme spirituale, lontana dalle convenzioni sia culturali che sociali dell’Occidente, ma sicuramente ereditaria e debitrice al mondo orientale e alla psicanalisi. Fu insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1946.
La nebbia
Nella nebbia
Strano, vagare nella nebbia!
È solo ogni cespuglio ed ogni pietra,
né gli alberi si scorgono tra loro,
ognuno è solo.
Pieno di amici mi appariva il mondo
quando era la mia vita ancora chiara;
adesso che la nebbia cala
non ne vedo più alcuno.
Saggio non è nessuno
che non conosca il buio
che lieve ed implacabile
lo separa da tutti.
Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è solitudine.
Nessun essere conosce l’altro
ognuno è solo.
H.Hesse Tratta da “Poesie”, 1953
La nebbia, topos poetico, qui è sia una ripresa che un’innovazione. La nebbia non è più un velo che nasconde, ma una dimensione sincera e reale che dissolve le apparenze. L’apparenza più grande è la falsa credenza di vivere con qualcuno più o meno vicino, da un essere umano qualsiasi a una persona stretta. Il buio, della nebbia, preannuncio di quello della morte, ha come ineluttabile caratteristica la solitudine. La sua unica dimensione, infatti, o meglio la dimensione personale nel buio, non può essere altro che quella della solitudine.
Più che un’accezione di cinismo nei confronti dei legami illusori con persone ingannevoli, spicca evidentemente un realistico pessimismo nella prospettiva dell’esistenza. La vita è un percorso nel quale e durante il quale ci circondiamo di persone con cui amare, parlare, interagire, comunicare, discutere, litigare…
Eppure nessun saggio è incosciente del fatto che la vita sia e resti un percorso individuale. Tuttavia Hesse gioca sull’antitesi buio-luce, nebbia-chiarezza per tirare fuori un’inquietudine limpida ma straziante. Quella della solitudine ineluttabile di ogni essere vivente.