LSD, storia di un farmaco

Forse non tutti sanno che una delle droghe psichedeliche più conosciute, l’LSD, non nasce come droga da sballo, ma come vero e proprio farmaco per curare vari disturbi e malattie mentali.

Correva l’anno 1938 quando Albert Hofmann, chimico svizzero al lavoro per conto dell’azienda farmaceutica Sandoz (ora Novartis), scoprì, quasi per caso, gli effetti psichedelici della sostanza. Hofmann stava infatti conducendo ricerche su varie piante medicinali di riconosciuto valore, come la digitale (Digitalis), la scilla mediterranea (Scilla marittima) e l’Ergot della segale (Secale cornutum), con lo scopo di isolarne i principi attivi e formare nuovi medicinali da immettere sul mercato.

In particolare gli effetti dell’Ergot, fungo parassita della segale cornuta – chiamata così per le escrescenze caratteristiche che ricordano delle corna – erano già noti da tempo; i primi effetti dell’ingestione involontaria di questo fungo sono descritti già dal medioevo, con testimonianze di avvelenamento di massa e sintomi come tremori forti e allucinazioni.

Dopo alcuni anni di studi, proprio nel 1938 Hofmann produsse la venticinquesima sostanza della serie di derivati dell’acido lisergico, componente principale degli alcaloidi dell’Ergot: la dietilamide dell’acido lisergico (Lysergsàurediàthylamid), abbreviato LSD-25 per uso di laboratorio.

Pur seguendo meticolosamente i  protocolli di sicurezza volti ad evitare un contatto con i componenti trattati, Hofmann venne accidentalmente a contatto con l’acido lisergico, scoprendo così i potentissimi effetti psichedelici della sostanza, come poi annoterà in un personale rapporto:

“Venerdì scorso, 16 aprile 1943, a pomeriggio inoltrato ho dovuto interrompere il lavoro in laboratorio e far ritorno a casa. Ero affetto da una profonda irrequietezza, accompagnata da leggere vertigini. Mi sono sdraiato e sono sprofondato in uno stato di intossicazione niente affatto spiacevole, marcato da una immaginazione particolarmente vivida. In una condizione simile al sogno, a occhi chiusi (la luce del giorno era abbagliante e fastidiosa), riuscivo a scorgere un flusso ininterrotto di figure fantastiche, di forme straordinarie che rivelavano intensi giochi caleidoscopici di colore. Dopo circa due ore questo stato svaniva. Il decorso di questi sintomi singolari faceva sospettare l’esistenza di un’azione tossica esterna; ipotizzai una relazione con la sostanza con cui stavo lavorando, il tartrato della dietilamide dell’acido lisergico. Questo implicava un’altra domanda: come ero riuscito ad assorbire il composto? A causa della nota tossicità delle sostanze a base di ergot, seguivo sempre abitudini di lavoro molto scrupolose. Poteva darsi che, durante la cristallizzazione, tracce di LSD fossero venute a contatto con la punta delle dita, e da lì fossero state assimilate attraverso la pelle. Se l’LSD era davvero la causa di questa bizzarra esperienza, doveva trattarsi senza dubbio di una sostanza di straordinaria efficacia. Pareva ci fosse un unico modo per fare chiarezza. Decisi di sperimentarlo su me stesso. Con la massima cautela, iniziai la programmata serie di prove a partire dalla più piccola quantità che potevo presumere avesse qualche effetto, considerando l’azione nota all’epoca degli alcaloidi dell’ergot: 0,25 mg (mg = milligrammo = un millesimo di grammo) di tartrato di dietilamide dell’acido lisergico”.

La sostanza che Hofmann scoprì è una delle più potenti sostanze psichedeliche conosciute al mondo; basta una dose di 25 microgrammi (un millesimo di milligrammo) a produrre modificazioni  psichiche e allucinazioni per ore. I sintomi allucinatori giungono dopo circa 30-90 minuti dall’ingestione dell’acido, spesso preceduti da nausea e cefalea, e la durata degli effetti si aggira intorno alle 8-12 ore; tali effetti possono inoltre ricomparire sotto forma di brevi ed improvvisi flash della durata di qualche secondo anche a distanza di qualche anno dall’ultimo utilizzo.

Dopo la sua scoperta, la Sandoz mise l’acido lisergico a disposizione degli istituti di ricerca e dei medici come farmaco sperimentale, dandogli il nome commerciale di Delysid (D-Lysergsaure-diathylamid).

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Nel corso del tempo però l’LSD, in virtù delle sue grandissime proprietà di alterazione psichica, cominciò a destare interesse e curiosità anche in ambito non medico e terapeutico, e iniziò a essere utilizzata sempre più per esperienze estatiche e trascendenti, suggerendone un suo utilizzo come strumento di potenziamento creativo artistico; nacque l’arte psichedelica, caratterizzata da composizioni artistiche concepite dopo aver avuto esperienze sotto LSD.

Gli studiosi dibatterono a lungo sulle visioni mistiche indotte dall’acido lisergico e dalle esperienze profondamente religiose di chi lo sperimentava.

Questa fase di serio sperimentalismo andò pian piano offuscandosi vero l’inizio degli anni 60′, quando l’LSD cominciò a diffondersi in qualunque strato sociale portando ad un suo grande abuso.

Occorre però notare che la diffusione dell’acido lisergico in realtà non è una conseguenza della sua scoperta, ma vi sono bensì importanti motivazioni sociologiche. In un mondo sempre più industrializzato e meccanizzato infatti, la popolazione si trovava invischiata in una vita sempre più industriale e meccanizzata, materialista e priva di gratificazioni importanti che lasciavano un vuoto filosofico ed esistenziale non indifferente. Non è un caso infatti che la diffusione dell’LSD cominciò proprio negli Stati Uniti, paese in cui la meccanizzazione e l’industrializzazione erano più forti che in altri paesi.

Tutti questi fattori portarono al propagarsi dell’acido, utilizzato quindi per fuggire da una realtà scomoda e neutra verso una dimensione mistica e trascendente; nacque in linea con questi pensieri il movimento hippy.

Nel 1967 l’LSD venne messa al bando dagli Stati Uniti, seguiti poi da tutti gli altri paesi, e il suo utilizzo proibito di misura.

La Dietilamide dell’acido lisergico, oggi considerata droga pesante, è una molecola sicuramente interessante per i suoi potenti effetti indotti, ma anche molto pericolosa per l’equilibrio psichico; un suo sconsiderato utilizzo può portare alla slatentizzazione di disturbi latenti come disturbi psicotici o maniaco-depressivi. La strategia migliore è quella di informare il più possibile i giovani ragazzi sulle conseguenze che possono esservi con l’utilizzo di sostanze di questo tipo, per poter evitare il più possibile situazioni di cui poi potrebbero ben pentirsi.

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