Bella. La lingua italiana è semplicemente bella. Da che mondo è mondo, l’associazione fra italiano e bellezza è un assioma universale. Quanti di voi non hanno mai sentito uno straniero definire l’italiano una lingua armoniosa, delicata, dolce, elegante e gentile? O ancora: gradevole, graziosa, melodica, piacevole, seducente. Forte del suo patrimonio storico e culturale, l’italiano si presta ad essere indagato sotto molteplici punti di vista. Ad esempio parliamo di modi di dire e di colore.
Bianco – “Dare carta bianca”. “Essere una mosca bianca”. “Passare la notte in bianco”.
Giallo – “Diventare giallo di paura”. “Bandiera gialla”.
Rosso – “Rosso di sera bel tempo si spera”. “Diventare rosso come un peperone”.
Rosa – “Vedere il mondo dipinto di rosa”.
Nero – “La notte in cui tutte le vacche sono nere”. “Vedere nero”.
Verde – “Essere al verde” “Vedere sorci verdi”.
Blu – “Avere una fifa blu”. “Essere di sangue blu”.
Azzurro – “Aspettare il principe azzurro”.
È sorprendente come questo binomio sia diffuso, vincente e collaudato – o forse no?!
Un modo di dire altro non è che un’espressione convenzionale, caratterizzata dall’associazione di un significante fisso – la successione delle lettere che formano la parola, per sua natura poco o niente affatto modificabile – ad un significato non “composizionale”, cioè non prevedibile a partire dai significati dei suoi componenti.
Il colore, dal canto suo, è componente imprescindibile del codice visivo, in quanto veicola la comprensione della realtà in tutte le sue sfaccettature. Ma la forza del colore consiste nel suo potere comunicativo – basti pensare che il suo uso sta alla base di ogni strategia di marketing che si rispetti. I colori ci parlano di stati d’animo, influenzando la nostra percezione della realtà, i nostri giudizi e sensazioni. E così, ad esempio il bianco – il colore non colore – evoca freschezza, speranza, purezza, semplicità, verità, minimalismo, perfezione, innocenza. Il giallo è sinonimo di vivacità, energia, gioia e allegria, ma anche di attenzione e avvertimento.
Il rosso è associato di default alla passione e all’amore, ma allo stesso tempo all’urgenza. Il rosa è il colore della tenerezza, della sensibilità, della dolcezza, dell’amicizia e ha una forte connotazione di genere. Il grigio si distingue per essere “terra di nessuno”, confine tra bianco e nero, ed è pertanto utilizzato in associazione dell’idea di divisione e neutralità. È temuto da chi si annoia ma è apprezzato da chi non esagera. Il nero corrisponde alla negazione assoluta, al no incondizionato, al buio, all’oblio. Il verde trasmette relax ed equilibrio, ma anche stabilità, forza, persistenza e costanza, ed è il colore della vita. Il blu è un colore freddo ed elegante che in genere procura un sentimento di soddisfazione, armonia, protezione e profonda fiducia. È la quiete in tutti i suoi significati fisiologici. L’azzurro riecheggia l’innocenza, la tranquillità, la pacatezza e la comprensione. Ha una dimensione ambivalente tra pace e energia, data dal contatto con la purezza.
La cultura, il sesso, la religione e la collocazione geografica, possono far variare – anche se entro certi range – la percezione dei colori e il loro significato. Quel che è certo è che nella comunicazione i colori assumono grande importanza poiché sono in grado di provocare effetti psicologici ed emotivi, evocando ricordi, situazioni e sentimenti, enfatizzando in questo modo l’efficacia del messaggio.
Ed è così che li ritroviamo tutti nei modi di dire, che per definizione sono quanto di più simbolico e figurativo la lingua italiana ci ha regalato.
I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni (Pablo Picasso).
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