I protagonisti sono i ricordi: veritieri, modificati, trasfigurati. Anche le paure, le passioni e i sogni di Giorgio Maggiorelli prendono forma in questa mostra che è quasi un trampolino per tuffarsi a pieno nella vita di questo artista. Sembra un rincorrersi tra sogni e tempo che, fugace, confonde realtà e finzione. I quadri appaiono enigmatici ed emblematici e solo con occhi attenti e cuore aperto potranno rivelarci la loro vera essenza. Dai dipinti che rappresentano la fase della giovinezza si passa a quadri che raffigurano l’età adulta con i suoi pregi e difetti, per creare un’altalena temporale. Quadri diretti, come pugni nello stomaco, analizzano anche quella parte della vita che non è “rosa e fiori”. Raccontano il dolore, le angosce, le paure e le difficoltà che tutti prima o poi incontrano lungo il tortuoso e imprevedibile percorso della vita. Raccontano di rifiuti e sconfitte. E proprio qui il pittore trova la forza di non arrendersi ma di rappresentare queste sensazioni, di dar loro un volto o a volte, semplicemente una forma, un colore.
Altri quadri rappresentano invece la parte rosea del vissuto, la passione per Bruce Springsteen e per la musica in generale, l’amore per l’arte, per lo sport, per i viaggi e per la casa, vista come nido, come un luogo di ricerca, lavoro e introspezione.
Quadri che ritraggono ricordi, città troppo belle per essere dimenticate, atmosfere intense, capaci di entrare nel profondo, nelle carne e nelle ossa. Questi riemergono come boccioli a primavera e risuonano una dolce melodia conosciuta a memoria ma che, non si sa come, non stanca mai.
Non mancano i quadri legati da un filo sottile che è quello della nostalgia. Nostalgia per l’infanzia, per gli eroi che popolavano i sogni di un Giorgio di appena 4 anni. Eroi che agli occhi di un bambino sembravano invincibili ma che ora, appaiono vuoti e spodestati dal loro ruolo, inutili supereroi. Con sguardi vuoti, spaesati, braccia cascanti sui fianchi, espressione triste. Questo sta a significare come con il passare del tempo tutto si fa più razionale e quella magia che caratterizzava la vita si fa da parte mostrandola così com’è, senza mezzi termini.
La nostalgia è già di per se una ferita; anche i ricordi positivi fanno male, perché ricordano la fugacità del tempo e la caducità dell’uomo.
Nostalgia per il tempo perso, dal quale deriva anche il titolo della mostra “ogni ora persa è una ferita”. Perché proprio questo vuole dirci Giorgio Maggiorelli dopo averci fatto inoltrare nei meandri della sua anima.
“Non perdete tempo. Datevi obiettivi, inseguite passioni. Nessuno vi ridarà mai i mesi i giorni le ore i minuti persi a fare qualcosa che non vi realizza. Il vostro faro deve essere ciò che vi fa stare bene, che vi fa alzare con il sorriso. La pittura è la mia ragione di vita, una filosofia“.
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