Dracula, come non si era mai visto

Anni trenta, Romania: Dracula, interpretato da un quanto mai splendido Udo Kier, si trova costretto ad intraprendere un viaggio all’estero seguito dal suo fedele assistente, per poter trovare una vergine con la quale nutrirsi poichè il suo paese di origine sembra non disporre più di caste fanciulle. Viene scelta l’Italia come meta, considerata nazione dalle tradizioni religiose solide e, di conseguenza, colma di ragazze illibate grazie alle quali il Conte è in grado di cibarsi, privandole del sangue.

Una volta giunto nel territorio straniero viene a conoscenza della presenza della nobile famiglia dei Di Fiore e delle quattro giovani, ancora prive di marito, che fan parte della stirpe. Cominciano a questo punto le lusinghe di Dracula, intento a sceglier una delle ragazze per potersene cibare. Ciò che però il Conte sottovaluta è la poco solida dedizione religiosa delle quattro giovani, che si dimostrerano tutt’altro che caste e quindi inutili ai fini del vampiro.

A privare della veriginità le ragazze è un co-protagonista: uno dei servitori della famiglia Di Fiore, infatti, riesce ad aver rapporti sessuali con tutte e quattro le ragazze, privando in questo modo Dracula di ogni speranza.

Blood for Dracula, uscito in Italia con il titolo Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!, è un film del 1974 diretto da Paul Morrissey, sotto la factory di Warhol.

La pellicola ritrae la figura popolare del Conte Dracula, inserendola in maniera del tutto originale in un contesto unico.

L’atmosfera barocca, gotica, tipica dell’ horror movie viene castrara da scene tragicomiche, facendo uscire il film dai canoni classici del cinema.

Morrissey riesce a dar vita in questo modo ad una trama semplice ma straniante, che quasi confonde lo spettatore mettendolo di fronte ad un genere nuovo di cinematografia.

Una regia parzialmente improvvisata (come lo stesso regista ammette) riesce in questo modo a rivelarsi un esperimento sorprendente: una storia lineare che mescola a singhiozzi l’ironia con una atmosfera cupa, gotica, ambigua.

Due personaggi, il Conte ed il servo di famiglia, che si contendono il possesso delle fanciulle. Il primo, debole ed affamato, mentre il secondo forte lavoratore, manovale, marxista.

Un finale splatter, quasi inaspettato e disturbante, che contribuisce a donare un carattere trash alla pellicola.

Blood for Dracula si inserisce tra le interpretazioni del genere b-movie meglio riuscite nella storia del cinema, dimostrando la versatilità del genere.


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