Come sopravvivere al viaggio in aereo

Volare è una cosa fantastica, ci permette di andare dall’altra parte del mondo in meno di 24 ore. Volare è speciale, tutto pare diverso visto dall’alto, i campi, le città, i fiumi e i laghi, tutto sembra seguire uno schema. Poi si sorvolano montagne e immensi oceani, o si finisce tra e sopra le nuvole, in un limbo colorato di blu e di golose colline di panna. Volare è movimento, e il movimento è vita. Ma soprattutto, volare ci porta in vacanza.

Prima di tutto questo, però, si passa per l’aeroporto e qui non tutto è rose e fiori. Sapete quanto tempo si perde al check-in per imbarcare il bagaglio? In media sono 35 minuti per ogni volo; grazie al cielo, ora lo si può fare online, almeno per il bagaglio a mano. Il vero dramma inizia alla sicurezza. Mai accodarsi a persone che viaggiano con bambini, un passeggino potrebbe metterci ben 20 minuti a chiudersi, anche se i peggiori di tutti sono gli anziani, hanno le ossa piene di metallo e sembrano non apprezzare quanto poco tempo gli rimane sulla terra, senza contare il fattore terrorismo, barbe lunghe e parvenze arabe faranno si che certe persone, siano “casualmente” selezionate per ulteriori controlli. Per procedere in velocità, le uniche persone davanti a te devono essere asiatiche: hanno il bagaglio leggero e la fissa per i mocassini (ovvero senza lacci, tratto essenziale negli aeroporti USA in cui devi toglierti le scarpe). Insomma, usare gli stereotipi non è mai la cosa giusta da fare, a meno che tu non sia in aeroporto!

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Ma la lotta non è finita, cinte, orologi, spiccioli nelle tasche, telefoni e qualsiasi strumento elettronico deve essere depositato nelle cassettine, prima di passare sotto il metal detector, se non avete intenzione di togliere pezzo per pezzo, con degli sconosciuti che vi fissano in cagnesco. Quindi presentatevi con tasche vuote e mettete tutti i vostri dispositivi tecnologici in una apposita tasca della valigia, sarà più facile sistemarli in velocità.

A questo punto, si deve raggiungere il gate, sperare che il volo non parta in ritardo e che nessun passeggero abbia un attacco epilettico prima o durante il decollo ( a quel punto, l’ultima risorsa è sentire una risposta positiva alla domanda: “c’è un dottore tra voi?”). Ora siete in volo, e potrebbe andare tutto bene se: non ci sono neonati urlanti o bambini impertinenti nelle immediate vicinanze; non siete seduti accanto a personaggi per così dire “particolari”, come l’uomo invisibile che non vedrete mai in faccia perché a causa di un raffreddore/tosse, passa tutto il viaggio grugnendo sotto un cappotto peloso…a maggio; non avete una persona che vi russa nell’orecchio; non avete la malaugurata sorte di sedere accanto ad una cara signora che non la smette di parlarvi della sua vita e dei suoi fantastici figli, anche se carinamente, le fate capire in tutti i modi, che voi, di chiacchierare, non ne avete alcuna voglia (arrivando a ricorrere alla catalessi improvvisa del mondo dei sogni… sperando, poi, di addormentarvi per davvero).

Allora se tutto è andato nel verso giusto, siete arrivati freschi e pimpanti a destinazione, emozionati per la nuova avventura in una località esotica e sconosciuta. Sempre se non vi perdono il bagaglio imbarcato, e se non dovete aspettare ore per vederlo arrivare sul rullo, magari accanto ad uno identico senza etichetta, come il vostro, con conseguente “quale diavolo sarà la mia valigia?”, e se la fila per i taxi non è infinita, e se il pullman o altro mezzo pubblico non è talmente pieno da restare schiacciati come sardine, e se non siete saliti sul mezzo sbagliato, perché la lingua del posto, in fondo non la capite proprio bene e se…

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