The Morgan Library & Museum

Siete pronti? Oggi voliamo parecchio lontani e il nostro aereo ci fa atterrare direttamente al JFK, nella città che non dorme mai, la città più bella al mondo: New York City!

Tra l’Empire State Building, Grand Central Terminal -tanto cara al buon Holden Caulfield– e la New York Public Library, al 225 di Madison Avenue ci troviamo davanti ad una gioia per il cuore: la Morgan Library & Museum.

Andiamo con ordine: John Pierpont Morgan -si, quel J.P. Morgan della società finanziaria- nel 1902 decide di costruire un palazzo solo per metterci al suo interno la collezione privata di manoscritti rarissimi, libri estremamente antichi e stampe di vario genere che aveva iniziato a raccogliere. Il figlio, nel 1924, decide di rendere fruibile a tutti questa magnificente collezione.

Comprato il biglietto -solo 13$ per gli studenti- ti danno anche una piccola spilla rettangolare, da attaccare alla maglietta e che vale come lasciapassare per visitare l’intero museo; una sorta di badge culturale.

Oltre ai dipinti mozzafiato e agli arazzi da lasciarti a bocca aperta, oltre alla raccolta delle opere di Shakespeare e ad una delle prime Bibbie stampate da Gutenberg, ciò che più ti fa impallidire sono i manoscritti che si trovano nella Mr. Morgan’s Library. Dico davvero, ci si lascia un pezzo di cuore in quella sala.

Trovare una lettera di Wolfgang Amadeus Mozart che chiede a Michael Puchberg, un suo amico mercante viennese, un prestito di denaro è qualcosa che non ti aspetti. Vedere la sua calligrafia e pensare che quel foglio, il 25 Giugno del 1791, è stato toccato e rigirato dalle sue mani magiche, è qualcosa che ti manda fuori di testa.

Trovarsi davanti agli occhi la prima edizione del libretto dell’Aida di Giuseppe Verdi (datato 1872) con le note e gli scarabocchi dell’autore, è un qualcosa che, anche se non sei un filologo, ti manda in estati. Poter vedere, anche solo da due pagine, come scriveva e dove e in che modo, ti fa venire una curiosità matta di conoscere fino in fondo quel personaggio.

Tralasciando le lettere di Einstein, dove spiega i fondamentali della Teoria della Relatività, o pagina 33 del Paradiso Perduto di Milton o ancora delle tracce dell’Ulisse di Joycetutti autografi-, ci si imbatte anche negli appunti di Galileo Galilei sulla scoperta dei satelliti di Giove. Eh si, quasi ci sembra di essere Robert Langdon in Angeli e Demoni che strappa via una pagina del Diagramma della Verità nell’Archivio Segreto Vaticano.

Piccola nota: l’edificio, tra il 2003 e il 2006, ha subito una ristrutturazione ed un ampliamento grazie all’intervento del noto architetto italiano Renzo Piano.

Insomma ragazzi, se avete la possibilità di visitare questa magnifica città, fatemi un favore: passate da questo assaggio di paradiso, ne vale davvero la pena.

Sui tele-/giornali troviamo sempre “JP Morgan declassa questo, declassa quello”; beh, per una volta, concediamogli anche il rispetto che si merita.

Foto tratte da: http://www.themorgan.org (im1, im2, im3) e scattate dall’autore.

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