Liguria, questo è il dilemma: Ponente o Levante?

Se la Liguria fosse un campo da calcio e se volessimo disputare una partita giocata in casa, le due squadre avversarie sarebbero sicuramente rappresentate dalla Riviera di Ponente e dalla Riviera di Levante. Si tratta di due entità territoriali che si distinguono per cultura, tradizioni, storia e specialità culinarie. Si sa, ogni turista ha le sue preferenze e ogni ligure tifa fieramente per la propria parte. Così cercherò di cimentarmi nel ruolo di cronista e proverò ad elencarvi con tutta obiettività pochi motivi validi per sostenere l’una o l’altra squadra.

 

Riviera di Ponente

Il Ponente offre molte specialità culinarie, a partire dal basilico di Pra’, tenero, dalla foglia ovale di dimensione medio-piccola e dal profumo delicato. Coltivato sia in serra sia in pieno campo, viene raccolto a mano maniacalmente, fogliolina per fogliolina. È consigliato dai migliori chef come ingrediente ottimale per un pesto eccezionale. A seguire gli amaretti di Sassello, morbidi dolci creati con gli ingredienti della ricetta tradizionale, ovvero mandorle, armelline, albume d’uovo e zucchero. Infine, l’immancabile oliva taggiasca, piccola e scura, ampiamente coltivata nell’entroterra imperiese. Da questa oliva si ricava l’olio extra- vergine d’oliva, leggero e dal sapore fruttato. Passando sul versante storico-culturale è d’obbligo citare Dolceacqua, un delizioso borgo medievale che ospita il ponte e il castello ritratto da Monet in alcuni dei suoi dipinti. Ovviamente anche Sanremo, perché “Sanremo è Sanremo!” Dal 1951 questa città è l’epitomo della Canzone Italiana, il festival è famoso in tutto il mondo e contribuisce a diffondere la cultura musicale italiana all’estero. Si conclude il primo tempo della nostra partita con i Giardini Hanbury. Uno tra i più bei giardini botanici, con specie provenienti da tutto il mondo, creati nell’Ottocento dai fratelli inglesi Thomas e Daniel Hanbury, hanno sede a Ventimiglia.

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Riviera di Levante

Anche il Levante offre una cultura culinaria di tutto rispetto. Piatto tipico è la focaccia di Recco, due strati sottili di pasta che avvolgono un cuore di crescenza o stracchino. Deve essere mangiata calda così che il formaggio possa sciogliersi morbidamente in bocca. Per quanto riguarda gli innumerevoli vini offerti dalle Cinque Terre e dai suoi terrazzamenti, il più famoso è sicuramente lo Sciacchetrà, il gioiello dell’enologia nazionale. Si tratta di un passito che ha una produzione limitata dal prezzo estremamente elevato. Gli esperti vi riconoscono al primo assaggio un aroma di frutta cotta e secca, miele e vaniglia. Ideale accompagnamento per i dessert. Anche a livello storico sarà bene ricordare il Golfo dei Poeti. Questa zona, tra Lerici e Portovenere, è stata molto amata dall’inglese Lord Byron ma fatale al suo connazionale Shelley, che qui vi morì. Friedrich Nietzsche concepì Così parlò Zarathustra camminando su una strada del Tigullio fra Rapallo e Portofino ed Eugenio Montale dalla casa di famiglia a Monterosso osservò il paesaggio dei suoi Ossi di Seppia. Concludiamo con Portofino che vanta uno stupendo albergo Belle Epoque dal nome svizzero Kulm, ribattezzato da Gabriele D’Annunzio Vetta. E la partita finisce in parità, perché da qui si può godere di uno dei più bei panorami della regione: da un lato il Ponente e dall’altro il Levante.

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Credits: copertina

 

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