Eddie The Eagle: ovvero come allenarsi per le Olimpiadi

Sogno e follia, un binomio che molto spesso corre su un filo molto sottile, ma non quando si parla di Olimpiadi. Soprattutto se si pensa che Pierre de Coubertin, l’uomo che portò alla rinascita dei Giochi Olimpici, voleva trovare, con essi, un modo di avvicinare le nazioni e di permettere ai giovani del mondo di confrontarsi in una competizione sportiva, piuttosto che in guerra. Un pensiero o un sogno, forse utopico e un po’ folle, se si pensa che soltanto pochi anni dopo la prima Olimpiade nel 1896, ad Atene, il mondo assisteva alla Prima Guerra Mondiale prima, ed alla Seconda, dopo.

Ma “la cosa più importante nei Giochi Olimpici, non è vincere,” come in guerra, “è partecipare. La cosa più importante nella vita non è il trionfo, ma la lotta e l’impegno. La cosa essenziale non è conquistare, ma combattere con onore. Diffondere questi principi, vuol dire costruire un’umanità più valorosa, e soprattutto, più scrupolosa e generosa.” Così scrive Peter L. Dixon in The Olympian (1984), attribuendo le parole proprio a Pierre de Coubertin.

Nonostante queste parole, e il fatto che le Olimpiadi non abbiano avuto l’effetto di debellare le guerre dalla nostra civiltà, hanno comunque ispirato molte persone. Sono state cancellate per colpa di conflitti mondiali, è stata vietata la partecipazione a certe nazioni, e sono state strumentalizzate dalla politica, come accadde nel ’36 dal Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi. In quelle Olimpiadi, però, Luz Long diede a Jesse Owens (un atleta di colore, la cui storia viene raccontata nel film del 2016 Race di Stephen Hopkins) consigli utili a vincere il salto in lungo, nonostante fosse un suo avversario, dando esempio di ciò che considerato da molti un esempio di “vero Spirito Olimpico”.

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Esiste, però, una persona che più di tutti ha preso le parole e la filosofia dei Giochi sul serio. Si tratta di Michael Edwards, detto Eddie, nato nel 1963, nella cittadina inglese di Cheltenham. Durante la sua infanzia, Eddie passò un anno tra casa e l’ospedale per colpa delle ginocchia deboli. Quando finalmente i dottori gli dissero che poteva camminare senza aiuto, lo avvisarono anche del fatto che sarebbe stato meglio se non avesse praticato sport, suggerendo al contrario di dedicarsi ai libri.

E così fece. Comprò un libro sulle Olimpiadi e da allora cominciarono i suoi sogni di gloria. Iniziò a praticare vari sport olimpici fallendo miseramente, sostenuto dalla madre che lo supporta incondizionatamente e scoraggiato dal padre ad ogni occasione, che lo vuole a casa a lavorare come imbianchino.

Ma i costanti fallimenti e la disapprovazione del padre non lo abbattono, anzi, gli fanno capire che , anche se non ha nessuna chance di partecipare alle Olimpiadi Estive, potrebbe avere maggiori possibilità con l’edizione Invernale. Da teeneger, quindi abbandona l’atletica per lo sci.

Strada che lo portò a diventare “Eddie The Eagle”, in una storia avvincente che viene raccontata nell’omonimo film. Presentato al Sundance Film Festival, questo gennaio, la pellicola è diretta da Dexter Fletcher e vede protagonista Taron Egerton nei panni di Eddie “The Eagle” Edwards, insieme a Hugh Jackman e Christopher Walken.

È un film esilarante, emozionante e con il giusto pizzico di follia, perfetto per prepararsi emotivamente ai prossimi Giochi che si terranno a Rio de Janeiro, dal 5 agosto al 21 agosto 2016. E se proprio non siete dei tipi sportivi, neanche in pigiama dal divano, allora lasciatevi convincere da Hugh Jackman e dalle sue grazie e dalla bravura di Christopher Walken e Taron Egerton.


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