Commentate, apprezzate, criticate, parodiate: questo accade alle donne della televisione italiana. La parte d’èlite della popolazione italiana si riferisce a loro con sufficienza, a volte quasi con disprezzo; altri invece, specialmente appartenenti a una fascia d’età avanzata, le ammirano e le seguono assiduamente.
Si tratta di visi noti, di personaggi che diventano –probabilmente volontariamente– stereotipi viventi: Maria de Filippi, Barbara Palombelli, Barbara d’Urso, Simona Ventura sono le “signore”, mentre le “nuove arrivate” sono Alessia Marcuzzi, Silvia Toffanin e Caterina Balivo. Ognuna per una specifica rete e per uno specifico tipo di trasmissione; quindi, ognuna per uno specifico target. Ma andando al di là di commenti qualunquisti e generalisti, qualcuno sa esattamente chi sono queste figure e qual è il loro effettivo e reale ruolo?
Il caso per eccellenza: Maria de Filippi. La sua chioma bionda che cammina rigidamente su e giù per lo studio reggendo il microfono e accompagnata da una voce roca e priva di alterazioni tonali è stata spesso parodiata e citata come esempio su cui sorridere; si tende a considerarla l’imparziale arbitro sempre presente in mezzo a buffonesche scenate tra personaggi decisamente poco raffinati, silenziosa complice di cosiddetti “programmi spazzatura”, che vengono additati come il male della società contemporanea e la causa principale di ignoranza e mentalità chiuse.
Eppure, questi programmi hanno un incredibile successo. “C’è posta per te” registra ogni anno il più alto numero di ascolti per ogni puntata e “Uomini e donne” viene seguito ogni giorno da migliaia di spettatori. Per non parlare di “Amici”: uno dei talent show più guardati, con ospiti prestigiosi e giudizi d’eccezione per ogni puntata. Tutte trasmissioni criticate dagli spettatori più “intellettuali”, ma che continuano a cavalcare l’onda della TV italiana.
Quindi, forse, Maria non è la semplice conduttrice di questi programmi: Maria sembra aver capito alla perfezione cosa piace alla maggior parte degli italiani e cosa serve per garantirsi la loro attenzione e, persino, il loro affetto. Maria si mostra come una donna seria, apparentemente incapace di scomporsi ma che in determinati momenti sa come mostrarsi commossa e come, di conseguenza, guadagnarsi l’ammirazione di chi la guarda. Maria è empatica senza esserlo, Maria ha sacrificato il pregio intellettuale in cambio di un incredibile potere nel campo della televisione. Maria si è resa intoccabile, lasciando che ognuno critichi le sue trasmissioni quanto vuole perché i numeri parlano già abbastanza da soli e sa che il successo non può mancarle. Maria ci conosce, ma forse noi non conosciamo bene Maria e ciò che è in grado di fare.
Anche “Domenica Live”, condotto da Barbara d’Urso, viene generalmente bollato come un programma mediocre, eppure anch’esso registra indici di ascolto incredibili. La stessa Barbara è diventata ormai un personaggio da commedia dell’arte, eppure anche lei continua imperterrita a trarne profitto.
Ma il caso più interessante dell’anno 2016 è stato quello di Simona Ventura: ha deciso di partecipare a “L’isola dei famosi”, tentando di riprendersi il programma che per anni è stato sotto la sua conduzione e il suo controllo. Ma dall’altra parte c’è stato chi le ha fatto pagare questo tentativo di riscossa: rendendola infatti una concorrente del reality, la sua figura ha ricevuto notevoli colpi, sotto ogni aspetto. Per quanto riguarda le prove fisiche previste dal programma, era prevedibile che una donna matura come lei sfigurasse nel confrontarsi, anzi, nello scontrarsi con ragazzi decisamente più giovani, facendo una misera figura; per quanto riguarda il suo ruolo, è stato degradante che quella che era sempre stata considerata la signora della Rai sia stata buttata fuori dal reality dal pubblico che l’aveva sempre seguita e sostituita dalla Marcuzzi, che è una conduttrice molto poco conduttiva.
Si tratta quindi di personaggi, di ruoli stabiliti e definiti a tavolino da menti esperte e scaltre, che vogliono che noi vediamo esattamente ciò che vediamo. Pensiamo di conoscere queste donne, di sapere che tipo di persone sono e a che tipo di pubblico possono arrivare, pensiamo addirittura a volte di essere superiori intellettualmente a loro; pensiamo non siano degne di discussione, eppure ne parliamo.
Eppure, non possiamo non parlarne. Si tende a dire che dunque la cosa migliore da fare sarebbe non parlarne, ignorare semplicemente questi personaggi, pensando che così forse si estingueranno da soli; invece, non è forse più utile e sensato cercare di capire, di comprendere quali sono le loro vere funzioni? Che senso ha disdegnarle e non capire l’evidente paradosso del loro crescente successo, alla faccia del nostro moralismo intellettuale? Cercare di comprendere come funziona la tv in questo Paese non è forse l’unico vero modo di cambiarla? Queste donne saranno anche figure messe davanti a uno schermo per essere guardate ma sono pur sempre messe sotto i nostri occhi per essere capite.