“SEMPRE IL MARE, UOMO LIBERO, AMERAI!”

Il mare ha sempre suscitato sentimenti forti e contrastanti nell’animo dell’uomo: dal timore, all’attrazione, all’attaccamento, all’amore. E’ stato fattore di crescita delle civiltà, teatro di grandi battaglie, fonte di guadagno come via commerciale e luogo di piacere. Come elemento centrale della vita, è diventato tema protagonista nell’arte di tutte le culture; presente nella letteratura, nella poesia, nella pittura, nelle riprese cinematografiche e negli scatti fotografici come immagine rappresentativa e simbolica in grado di scatenare una gamma vasta e variegata di reazioni e sensazioni.

Poche righe, una raffigurazione, qualche secondo di scena che rappresentano acqua salata sono allegorie più eloquenti di pagine infinite.

Sul mare si svolge l’itinerare di Ulisse, di Enea, gli eroi mitologici della classicità, che ancora lo guardano con una curiosità mista al timore. Nel medioevo gli uomini vi trovano fortuna, grazie allo sviluppo dei commerci marittimi e la conseguente crescita e consolidamento della potenza delle città di porto. In età moderna, ancora di più, diventa protagonista indiscusso; le neo-scoperte vie di navigazione, che aprono la strada all’approdo e alla conquista di mondi e terre nuove, ma che con le loro insidie fanno del mare la condanna di migliaia di marinai e avventurieri, lo rendono il miglior amico e il peggior nemico dell’ uomo che, come nell’antichità, continua a guardarlo come concretizzazione dell’avventura , della speranza, dell’ opportunità da temere.

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E’ con il romanticismo che si afferma quell’idea mistica, quell’immagine burrascosa e sublime del mare che sopravvive ancora oggi nel nostro immaginario collettivo.

Se chiudete gli occhi e pensate al mare nell’arte vi verranno di sicuro in mente al volo delle rappresentazioni celebri:  dalla  “terrazza di Sainte Adresse” di Claude Monet, che rimanda ad una visione amichevole, pacata e accessibile, all’”onda” di Katsushika Hokusai, con la sua rappresentazione quasi mistica, alla giapponese, del fenomeno naturale, che ne dà un’idea minacciosa, passando per “il monaco in riva al mare” di Caspar David Friedrich con l’evidente contrasto tra la piccolezza dell’uomo di fronte alla magnificenza della sterminata e sconfinata distesa d’acqua. E con queste vi risuoneranno in testa le parole di poesie e canzoni: dalla sensazione di realtà effimera del “quando si varca l’arco di ingresso al tempio dei sogni, lì, proprio lì, c’è il mare…” di Sepulveda e, a quella sentimentale del “il mare non parlava per frasi ma per versi.” Di Kerouac.

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Andiamo al mare per stare bene, per rilassarci, per vedere qualcosa di bello, diciamo che “bisognerebbe vedere il mare ogni mattina, dalla propria finestra”, lo ammiriamo, guardiamo il sole fare capolino da lui, e poi rituffarcisi dentro, ci nuotiamo, lo navighiamo, lo respiriamo, ma prima di tutti e soprattutto, lo amiamo, da sempre.

Credits: copertina, im1, im2

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