Nella società di oggi spesso ci troviamo sommersi da citazioni, riprese o riadattamenti delle grandi storie della letteratura. Si cerca di riscrivere delle storie “vecchie” in chiave nuova, fresca e moderna. Ma, soprattutto nei film, quante volte abbiamo rivisto la storia delle favole e dei grandi amori rivisitate e proiettate in modo spesso “superficiale” sullo schermo? Quante volte abbiamo visto una Cenerentola o un Romeo e Giulietta fin troppo moderni, frivoli e piatti? Quante commediole per adolescenti dobbiamo ancora sopportare? Per quanto ancora si abuserà dei più grandi autori della letteratura? Apriamo gli occhi e diciamo “no” a tutto questo marketing del cinema.
Vi spingo a tale riflessione dopo la visione dell’ennesima commediola adolescenziale sulla tematica dell’amore eterno, Letters to Juliet – chiaro riferimento alla storia shakespeariana, come deducibile già dal titolo.
Letters to Juliet è un film del 2010 diretto da Gary Winick con Amanda Seyfried, Vanessa Redgrave, Gael Garcia Bernal, Christopher Egan e Franco Nero. Il film è tratto dal romanzo Lettere a Giulietta di Lise e Ceil Friedman.
Il film parla di Sophie, una giovane ragazza americana che lavora come una verifica-fatti per un giornale, anche se il suo sogno è quello di diventare una giornalista. Proprio per scrivere un articolo, e per dedicarsi a una “luna di miele anticipata”, decide di partire per l’Italia, esattamente Verona, insieme al suo fidanzato, imprenditore-chef, Victor. Inizialmente questo viaggio si rivela un vero disastro, perché Victor, in vista dell’apertura del suo locale, inizia a dedicare svariate giornate agli assaggi dei prodotti dei vari fornitori. Sophie, abbandonata, inizia, invece, a girare la città e, visitando una delle più famose attrazioni, la loggia di Giulietta, viene a scoprire che donne da tutto il mondo lasciano lettere per i propri problemi d’amore e dell’esistenza delle Segretarie di Giulietta, un gruppo di quattro donne che, alla fine di ogni giornata, le raccolgono e rispondono a tutte. Sophie, aiutandole nel lavoro, trova e risponde a una lettera di 50 anni prima, datata 1957. Dopo circa una settimana, si presenta a Verona una nonna inglese accompagnata da suo nipote Charlie, desiderosa di rintracciare quel ragazzino che le aveva fatto battere forte il cuore, il suo Lorenzo. Sophie chiede a Claire se può scrivere un racconto sulla sua storia e s’imbarca alla ricerca di uno dei tanti “Lorenzo Bartolini” in un viaggio che parte da Verona e, passando per le province venete, arriva fino alle campagne della Toscana tra Siena e Montalcino. La distanza con il fidanzato, l’avventura amorosa della donna inglese e l’amicizia con Charlie la aiuteranno a riflettere sul suo rapporto e apriranno per Sophie nuovi orizzonti sentimentali, con il suo nuovo “Romeo”, Charlie. Verso la fine della storia e dopo svariati tentativi, Claire riesce a ritrovare il suo Lorenzo che, ovviamente, la raggiunge in sella a un cavallo e con il quale si sposerà pochi mesi dopo.
La sceneggiatura è una summa di cliché da romantic comedy e, pur volendo parlare di passione e