Bergeggi, un eremo sospeso tra terra e mare

Bergeggi è un comune ligure in provincia di Savona e per me, turista distratta, è sempre stata la meta estiva dal mare cristallino, dalle passeggiate sul lungomare e dalla caratteristica isoletta. Ma non esiste città in Italia che non abbia almeno un simbolo, una storia o una tradizione alle sue spalle e per Bergeggi tutto ciò è incarnato dalla sua isola.

Delle cinque isole che contornano la costa ligure, quella di Bergeggi è la più vicina alla terraferma. Il nome, in ligure Berzezi, ha origine germanica e deriva dalla parola Berg, roccia, in riferimento all’omonima isoletta, una montagna rocciosa che emerge dal mare.

Sebbene gli studiosi ritengano che l’isola fosse già abitata nel periodo del Neolitico, in realtà il primo insediamento umano effettivamente registrato risale all’epoca dei Romani. Fu questo popolo ad erigervi sulla sua sommità un torrione circolare, forse un faro o un avamposto, che doveva segnalare alle navi di provenienza dalle Gallie la via verso il porto.

Isola di Bergeggi, particolare
Foto scattate da Erika Meazzi

Quando i Romani abbandonarono il territorio alcuni monaci cristiani, cacciati dai Vandali, si rifugiarono nelle isole liguri. Tra gli esuli vi era il vescovo africano Sant’Eugenio, che scelse l’isola di Bergeggi, battezzata spesso con il suo nome, come piccolo eremo sospeso tra terra e mare. Al santo sarebbero state attribuite opere miracolose come far sgorgare da un pozzo, ora parzialmente interrato, acqua dolce in mezzo al mare salato. Inoltre, quando alla sua morte le spoglie vennero traslate nella vicina città di Noli, misteriosamente ritornarono da sole sull’isola. Nel 992 il vescovo di Savona decise quindi di erigere un monastero, entro cui vi pose i resti del santo e incaricò i Monaci dell’Abbazia di Lerino, nella vicina Provenza, di prendersene cura. I ruderi del monastero sono tutt’ora visibili mentre le reliquie si troverebbero a Noli.

 

L’accesso all’isola è oggi una riserva naturale e un’area marina protetta. L’unico abitante a cui è stata concessa la permanenza sarebbe un pifferaio in ferro. Una scultura, datata verso la metà del Novecento, che rappresenta un pastore intento a suonare il clarino per richiamare la sua capretta smarrita. I più curiosi potranno riuscire a spiarlo attraverso il cannocchiale posto sulla passeggiata occidentale di Bergeggi. Il clarino si è staccato ed è stato mangiato dalle acque ma il pifferaio dovrebbe essere ancora lì intento a cercare la sua pecorella smarrita.

Infine, i più avventurosi potranno osservare l’isola da vicino, imbarcandosi in mare e girando intorno alla sua stupenda macchia mediterranea, con occhio vigile alle forti correnti marine e narici aperte per respirare l’inebriante profumo del finocchietto selvatico sui suoi scogli.

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