Tu, però, resta

Lo aveva sempre lasciato andare. Non aveva mai fatto niente per trattenerlo, come a volergli dimostrare, ogni volta, che di lui non gliene importava niente. Si erano incontrati, scontrati, lasciati andare tante di quelle volte, che ormai avevano perso il conto. Ed ormai erano così abituati a lasciarsi andare, che davvero la cosa non li scuoteva più. La storia, gli eventi, erano sempre uguali, immutati in un reiterarsi di azioni senza sentimenti che ormai erano sempre così identiche a loro stesse da sembrare meccaniche.

Si incontravano per caso.
Parlavano.
Finivano a letto insieme.
Si promettevano che quella sarebbe stata la volta buona.
Non si dicevano mai cosa provassero.
Si dicevano addio.
Se solo uno dei due avesse avuto quel poco di coraggio che serve per ammettere di tenerci. O ne serve molto?

Solo una volta, la prima, era stato doloroso. Solo una volta aveva provato una morsa allo stomaco che quasi aveva smesso di respirare. Dopo quella prima volta, dopo quel dolore così intenso che quasi le era parso di morire, decise che, comunque fossero andate le cose, non gli avrebbe mai più permesso di fargli così male.
Riscoprì quindi una nuova se stessa in grado di lasciare chiusi fuori i sentimenti, l’emotività; una se stessa robotica, assertiva, che sapeva dire “Vattene pure, non mi importa” e al contempo provare quell’indifferenza che mostrava. Ogni tanto si chiedeva che senso avesse continuare quel prendersi e lasciarsi, se tanto tutto quello non sortiva nient’altro che indifferenza. Ma non le importava così tanto; le interessava solo la sicurezza che quel tira e molla le donava: qualunque cosa succedesse lei era pronta, inerme davanti ad ogni addio e quella prontezza, quel ghiaccio che sentiva nel cuore, le donava sicurezza. Così era sicura di non soffrire mai.

Lo aveva sempre lasciato andare, fino alla volta in cui decise che non lo avrebbe lasciato andare mai più. Forse non fu una vera e propria decisione, fu più che altro una conseguenza. Fu quella volta in cui il loro incontro portò alla creazione di qualcosa che andava oltre loro, qualcosa che non avrebbe mai potuto lasciarli inermi, indifferenti. Ci fu una Variabile di cui non tennero conto, a cui nemmeno avevano mai pensato, ma che di lì a poco avrebbe cambiato le loro vite.
Questa Variabile distrusse il cinismo, sciolse il ghiaccio, li mise l’uno di fronte all’altra senza difese, senza muri, soli coi loro cuori aperti e traboccanti delle emozioni che per anni avevano rinchiuso, respinto.


Quando scoprì quella Variabile era sola, nel suo bagno, a mettere alla prova il destino, pur sapendo già quale fosse la risposta giusta. Sentiva quella Variabile crescerle dentro. In un primo momento, dopo che la Variabile divenne una verità innegabile, ebbe un tonfo al cuore. Fu il tonfo che aprì le porte all’emotività, che fece dissolvere la razionalità per lasciare lo spazio alla gioia, al panico, alla tristezza e anche alla rabbia. Era arrabbiata perché quell’emotività non la sapeva gestire. Stava perdendo il controllo.
Non sapendo cosa fare, come reagire, quale fosse la reazione giusta, decise di ignorare, per i primi giorni, la Variabile. Si prese qualche giorno per recuperare il controllo, per cercare di non provare niente, di nuovo. Le riuscì impossibile. La Variabile era impossibile da ignorare; quell’indifferenza che le era sempre riuscita così bene sembrava non essere più recuperabile in alcun modo. L’unica cosa che poteva fare, a quel punto, era anche la cosa che più la spaventava: buttare all’aria anni di indifferenza ostentata per lasciare libero sfogo ai suoi pensieri e ai suoi sentimenti. Ma lui come avrebbe reagito? La Variabile gli avrebbe fatto lo stesso effetto? O lo avrebbe ancor più allontanato, estraniato dai sentimenti?

Glielo disse e lo fece senza troppi giri di parole. Questa volta era cominciata diversamente: non si incontrarono per caso, si diedero appuntamento. L’aria che si respirava al loro incontro era del tutto nuova.
C’è questa Variabile, disse. Cambia tutte le cose, le sconvolge. Ma non è solo la Variabile, sono anche io. La Variabile ha sconvolto anche me e questa volta voglio aprire il mio cuore, non importa se farà male. Voglio lasciarmi alle spalle l’indifferenza e il controllo, voglio lasciarmi trasportare dall’emozione, bella o brutta che sia. Voglio perdere il controllo e vedere cosa succede. Lo voglio fare per la Variabile, ma soprattutto per me e per te. Non so se funzioneremo anche senza controllo, ma ci voglio provare. Lo dobbiamo a questa Variabile. Tu, però, resta. Perché non so perdere il controllo da sola.


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