“Siate felici. Godetevi la vita”.
È questa l’esortazione scritta in greco su un mosaico rinvenuto pochi giorni fa in Turchia, vicino ad Antiochia. Gli archeologi addetti agli scavi, che già operavano sul territorio dal 2012, affermano che l’opera potrebbe risalire a 2400 anni fa ed appartenere ad una serie di decorazioni che ornavano i pavimenti delle ampie sale da pranzo delle ville aristocratiche della civiltà greco-romana. Va aggiunto che non si tratta dell’unico esemplare ritrovato, infatti ne esiste anche una versione più recente di quella turca proveniente dall’area Vesuviana.
I tasselli mostrano uno scheletro disteso su una sorta di triclinio, con le gambe leggermente piegate ed il braccio destro portato dietro la nuca come se si stesse rilassando. Con l’ altra mano regge una coppa di piccole dimensioni riempita, probabilmente, con ciò che si trovava alla sua destra: il vino contenuto in un’anfora e del pane.
La civiltà greca è nota per l’adorazione e rappresentazione di simposi, miti dionisiaci, e figure legate al Dio omonimo. Veneri, Eros, putti e ninfe sono poi scomparsi e stati condannati con l’avvento del cristianesimo. Oggi, è come se guardassimo da uno scalino più alto la storia venuta prima di noi, come se fossimo la sintesi di due pensieri opposti che scontrandosi, dopo aver generato guerre e catastrofi, hanno originato una mentalità che comprende entrambi gli aspetti all’interno della nostra società. Da una parte il rigore e la castità, dall’altra la frivolezza e spensieratezza. Certo è che, guardando quella strana e buffa figura, ci viene da sorridere. Forse perché alla parola ‘’mosaico’’ subito ci rifacciamo a quelli gotici sulle cattedrali con rappresentazioni religiose di tutt’ altro spirito. Ultimamente, a causa dei problemi economici e sociali di cui sentiamo enormemente il peso, tendiamo a preferire e a produrre un’arte di denuncia, di ribellione, che abbia sempre e comunque un tema profondo di base, mai frivola. Eppure quel bizzarro personaggio ci porta davanti alla realtà dei fatti, ed essa acquista immediatamente una sfumatura più amara e inquietante: godere della vita prima che sia troppo tardi.
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