C’era una volta, e oggi?

C’era una volta, ma non come allora: la fiaba tradizionale, i personaggi che hanno popolato la nostra infanzia tornano in tante nuove varianti.

Molti, infatti, sono i rifacimenti delle favole classiche del XXI secolo: per Cenerentola si è cominciato con “A Cinderella Story” (2004): Hilary Duff interpreta una moderna Cenerentola che sogna di essere ammessa alla prestigiosa università Princeton per sfuggire alle grinfie della perfida matrigna e delle viziate sorelle acquisite; una sorta di sequel arriva nel 2008, “Another Cinderella Story”: stavolta è Selena Gomez, questa volta con l’obiettivo di diventare una famosa ballerina.

C’è poi il recentissimo “Cinderella” diretto nel 2015 da Kenneth Branagh, in cui però la favola viene ripresa nel contesto tradizionale. La figura di Cenerentola riappare anche in “Into the woods” (2014) insieme a quella di Raperonzolo, Cappuccetto Rosso e il ragazzo dai fagioli magici: i personaggi abitano stavolta tutti nello stesso villaggio e si ritrovano a vivere insieme svariate vicende nel cuore del bosco.

E Biancaneve? “Biancaneve” (2012), “Biancaneve e il cacciatore” (2012); se il primo film è una ripresa piuttosto ben fatta della nota fiaba, il secondo è a dir poco sconcertante: il ruolo di protagonista della bella e innocente fanciulla le viene conteso dalla splendida ma malvagia regina interpretata da Charlize Theron, mentre la figura del principe è pressochè inutile e si tenta invece di rimpiazzare il suo posto nel cuore della principessa con un burbero ma aitante cacciatore. Ci si aspetta che lo spettatore creda che una delicata 18enne tenuta imprigionata da quando era bambina, ingenua e ignorante delle cose del mondo, possa a un certo punto del film indossare una robusta armatura e cavalcare in battaglia contro la regina nemica, come una novella Giovanna d’Arco.

E ancora: “Alice in wonderland” (2010) ha per protagonista un’Alice dura, anticonformista e combattiva, in ogni senso: la dimensione onirica e allucinata della tradizione si trasforma in uno scenario cupo, quasi terrificante.

Ma anche la Bella Addormentata è stata richiamata in causa. Ne “La bella e la bestia” (2014) di Christophe Gans la fiaba viene traslata nel tempo, fino al XIX secolo: Vincent Cassel a interpreta la mostruosa bestia e Lèa Seydoux è la fanciulla protagonista. La vicenda ha ben poco di fiabesco e ancora meno di innocente idillio; anzi, il film sembra quasi percorso da una palpabile sensualità tutta francese.

Non ci si può dimenticare di “Maleficent” (2014), in cui la vera protagonista diventa la strega cattiva, la cui figura pretende di essere redenta attraverso il racconto di come le è stato spezzato il cuore quando era ancora un’innocente e ingenua fatina. Non solo anche in questo caso si toglie un po’ del tradizionale spazio alla figura della fanciulla nel ruolo di protagonista, ma si tenta anche di rifiutare l’esistenza di una figura da sempre ritratta come negativa.

Il fenomeno dei riadattamenti delle favole non è solo cinematografico: nel 2011 ha debuttato in tv la serie “Once upon a time”: grande successo per la prima stagione, ma entusiasmo in diminuzione dalla seconda in poi. Esperimento troppo azzardato?

Insomma, pare che ci sia chi non è stato abbastanza soddisfatto dalle versioni originali delle fiabe tradizionali. O forse, si tratta di esperimenti, volti alla possibilità di grandi guadagni o al tentativo di ridefinire un qualche nuovo stile. A volte, questi tentativi non sono stati vani: “Biancaneve” del 2014, il cartone animato “Rapunzel“; guarda caso, però, si tratta di rifacimenti che hanno mantenuto la struttura originale dei ruoli e della trama delle rispettive favole, solo fornendo volti e contesti nuovi.

Si potrebbe quindi pensare che, in fondo, le favole ci piacciono così come sono sempre state? Perchè stravolgere qualcosa che è un mito per ogni bambino e che è educativo pur essendo costituito da stereotipi? E’ vero, la fanciulla che va salvata è una figura poco femminista, ma se non ci fosse stata non avremmo percepito il bisogno della donna di emanciparsi. Ed è anche vero che è terribile la cattiveria gratuita di alcune streghe e regine, ma il male è una verità del mondo e non accettarlo ci renderebbe ingenui e incoscienti.

C’era una volta, oggi chissà.


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