Di Andrea Ancarani
Oggi su Internet si trovano decine di piattaforme di trading on-line, centinaia di blog di informazione finanziaria e migliaia di testimonianze di chi ce l’ha fatta e ha guadagnato con quest’attività. Parlare di trading tuttavia, è riduttivo, perché sono davvero tante le soluzioni escogitate per trasformare una cosa seria, come l’investimento in azioni, commodity ecc.. in qualcosa di molto simile ad un gioco o a una scommessa in un casinò virtuale. Generalmente tendo a dividere gli strumenti di trading on-line in due rami: da una parte i broker che permettono di contrattare prodotti derivati come CFD’s o Futures, dall’altra le piattaforme che offrono le tanto citate “opzioni binarie”.
Trading con Forex, CFD, Futures
Questa prima tipologia di trading si caratterizza per essere a molto simile alla contrattazione borsistica dal momento che offre strumenti comuni e utilizzati anche da broker e trader professionisti. Chi utilizza le piattaforme on-line tende ad adottare una strategia fatta di contrattazioni e scambi rapidi mirata a sfruttare i rimbalzi e le cadute dei listini utilizzando spesso l’effetto leva ovvero, molto semplicemente, la possibilità di avere una maggiore esposizione sul mercato a fronte di un esborso iniziale relativamente contenuto. Tuttavia, per i non addetti ai lavori, questi strumenti nascondono innumerevoli complessità e rischi dal momento che si tratta di prodotti derivati (ovvero che il loro andamento segue la performance di un altro “asset”) complessi che possono risultare assai dannosi per il “trader della domenica” e causare la perdita (per effetto leva) dell’intero investimento in pochissimo tempo. In ultimo la frequenza degli investimenti, la ricerca di analisi storiche e le innumerevoli tecniche “per guadagnare” diffuse sul web per leggere i grafici (Bande di Bollinger, Alligatore, RSI, grafici a candele giapponesi) non garantiscono il risultato e, anzi, traggono spesso in inganno il trader spingendolo a rischiare più di quello che puo’ permettersi.
Opzioni binarie
Questo strumento si configura come una vera e propria scommessa per cui il trader “investe” su un titolo, commodity o indice, puntando o al ribasso o al rialzo in un dato limite di tempo che va da circa un’ora fino ad un minuto, di fatto scommettendo sul ribasso/rialzo dello strumento. A spingere il trader a rischiare sono i payout che, in molti casi, potrebbero in effetti sembrare allettanti dal momento che alcuni broker offrono fino all’86% di vincita sull’investimento iniziale. Tuttavia si tende a dimenticare che, nel caso l’investitore si sbagli e il titolo abbia una performance diversa dalle proprie previsioni, la perdita è sempre del 100% il che rende lo strumento delle opzioni binarie sconveniente in qualunque caso al trader (il rischio aumenta con la frequenza delle puntate), almeno nel lungo periodo.
Vista l’evidente rischiosità del trading on-line perché continua ad avere un così grande appeal verso molti trader e universitari in cerca di un guadagno extra?
La risposta è in quello che Kahneman e Tversky hanno chiamato “l’effetto cornice” ovvero il mettere in mostra alcuni vantaggi a scapito dei rischi mantenendo invariata l’oggettività del soggetto ma di fatto rendendolo più attraente. Così i broker on-line dietro a una grafica spesso accattivante, facile da utilizzare e al mito dei “soldi facili” mascherano le mille insidie in cui puo’ incorrere il trader.