Lo scorso 2 aprile ha aperto la XXI Triennale di Milano, una manifestazione grandissima che si protrarrà fino al mese di settembre, per la quale sono allestite numerose mostre in tutta la città: non solo nello storico Palazzo dell’Arte (quello che ormai è conosciuto come “Palazzo della Triennale”) ma anche in altre sedi espositive come la Fabbrica del Vapore, il Palazzo della Permanente, il Museo Diocesano, l’Hangar Bicocca, e persino “in trasferta” alla Villa Reale di Monza.
Insieme al Salone del Mobile, che si è tenuto la settimana successiva all’apertura della manifestazione milanese, è sorto un gran fermento intorno ai temi del design, dell’architettura e dei campi collegati, come la moda e specialmente oggi, l’alimentazione.
Ma come è nata la Triennale e che cos’è veramente?
Le origini di questa manifestazione non sono in realtà da attribuire a Milano, ma a Monza, quando nel 1923 per volontà di Guido Marangoni, viene inaugurata la prima Biennale (e non triennale): Esposizione di Arti Decorative organizzata dall’ISIA (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche). Questa all’epoca era l’occasione per vedere, conoscere, scegliere e comprare tutto ciò che gli artigiani e le industrie italiane e non-decorative (quello che oggi chiamiamo design) proponevano sul mercato. Lo stesso Comune di Milano acquistò diversi pezzi in tali occasioni, che sono poi confluiti nelle raccolte civiche della città e che oggi si possono vedere al museo di Arti Decorative del Castello Sforzesco.
Dopo le prime quattro edizioni del 1923, ’25, ’27 e ’30, si decise di spostare la manifestazione a Milano, un centro più grande e più facilmente raggiungibile di Monza, e di renderla Triennale per poter avere a disposizione più tempo per l’organizzazione.
Dall’edizione del 1933, la Triennale diventa un’istituzione nel panorama dell’architettura e del design, contribuendo a fare di Milano la città più importante in Italia in questo campo e ponendosi tra gli obiettivi quello di favorire lo scambio con architetti, artisti e industrie internazionali.
Moltissimi artisti parteciparono all’organizzazione della Triennali come Mario Sironi, De Chirico, Carrà, i futuristi che disegnarono e realizzarono le proprie ceramiche nei forni di Albissola, mentre architetti-designer come Giò Ponti o Guido Andlovitz collaboravano con alcune industrie già dalle prime edizioni di Monza (indimenticabili le ceramiche disegnate da Giò Ponti per la Società Ceramica Italiana).
Nel secondo dopoguerra la Triennale è stata luogo di sperimentazione e ripensamento dell’architettura legata alla fase di ricostruzione del paese: un esempio è il quartiere QT8, che fu progettato e realizzato come “quartiere ideale” per la città ricostruita.
Dagli anni Sessanta la manifestazione, pur mantenendo il proprio nome, iniziò a non essere più realizzata ogni tre anni ma ad intervalli più lunghi ed irregolari; negli anni Novanta ne vennero realizzate solamente due, nel 1992 e nel 1996 per arrivare poi all’ultima del 2001 che durò però complessivamente tre anni nei quali si susseguirono ben diciassette mostre tematiche.
Dopo un silenzio di quindici anni oggi possiamo partecipare alla XXI edizione della Triennale: XXI Secolo. Design after design – Esposizione internazionale delle arti decorative e industriali moderne e dell’architettura moderna, un ritorno in grande stile di un’istituzione importantissima che fa parte della storia della nostra città.
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