È il 25 Marzo del 1991 e allo Shrine Civic Auditorium di Los Angeles Billy Crystal presenta la 66a edizione di una della notti più sognate al mondo. Quella californiana è una serata ricca di stelle e di film che hanno fatto la storia del cinema dell’ultimo mezzo secolo.
Il premio come miglior film è assegnato a Balla coi lupi, che batte Il Padrino parte III, Goodfellas e Ghost -si insomma, non stiamo parlando di filmetti così ma bensì di pellicole che hanno segnato almeno un paio di generazioni. Kevin Costner inoltre vince anche l’Oscar come miglior regia, lasciando a bocca asciutta Scorsese e Coppola. A tarda nottata Balla coi lupi porterà a casa 7 vittorie sulle 12 nominations, Ghost solo 2 su 5, Goodfellas (Quei bravi ragazzi) appena 1 su 6 e Il Padrino parte III, nonostante le 7 nominations, torna a casa senza nemmeno una statuetta.
Ma ripartiamo dall’inizio; l’anno prima era uscito, diretto da Martin Scorsese, quello che è stato ritenuto da tutti uno dei migliori film gangster della storia del cinema. Per celebrarlo a pieno, l’American Film Institute, nel 1998, ha posizionato la pellicola nei 100 film statunitensi più belli di tutti i tempi (in 94’ posizione e poi in 92’ nella lista aggiornata del 2008).
L’opera non è altro che la trasposizione del romanzo Wiseguy (Il delitto paga bene) di Nicholas Pileggi, che racconta le vicende del pentito di mafia Henry Hill. Le facce di questo magnificente diamante, oltre al rinomato regista, sono Robert De Niro, Ray Liotta e Joe Pesci, che vinse l’Oscar come miglior attore non protagonista (primeggiando su gente come Al Pacino e Andy Garcia).
Il film narra la storia di Henry Hill (Ray Liotta) che, con una voce fuori campo, guida lo spettatore tra gli spezzoni di vita della mob, la mafia americana; la pellicola ha dato vita ad alcune scene che sono diventati dei capisaldi della cinematografia mondiale: nella prima metà del film c’è uno dei piani-sequenza più riusciti nella storia del cinema -non si arrabbierà Inarritu; ben 2 minuti e 45 secondi di ripresa senza mai uno stacco, con la telecamera che segue Henry e Karen (Lorraine Bracco) mentre entrano nel locale passando dalla cucina e si siedono sotto il palco, al loro primo appuntamento. È una di quelle scene che ti fa innamorare perdutamente del cinema.
Impossibile dimenticare anche quando Henry dice a Tommy (Joe Pesci) che lo trova buffo e questo spunto regala, a tutto il pubblico, una magnifica improvvisazione dei due attori che sviluppano un dialogo semplicemente meraviglioso.
L’altra scena che è entrata di diritto nella cultura occidentale è quando Tommy spara a Spider, il barista, chiedendogli di ballare per lui.
Questi spezzoni -neanche a dirlo- sono stati frutto di citazioni di cui si perde il conto; tutti i film del filone gangster ne hanno preso spunto e persino note serie tv, come I Soprano, sono state influenzate. Ma basti pensare anche ai “mafiosi” de I Simpsons: anche loro sono ispirati al film.
Se non avete mai visto Goodfellas, vi dovreste sentire in colpa come chi non ha mai letto Il giovane Holden. Siete però ancora in tempo per rimediare a questa mancanza per cui stasera, invece di uscire, accendete la tv e ammirate questo capolavoro, dura “appena” 145 minuti.
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