Nel nebuloso specchio d’un sogno
Al leggendario Bardo
Apparve
Indistinta una figura;
Disse: “A te in dono
Mando questi versi
Rari di fattura, ch’è ineffabile
Eppure semplice cera.
Che tu ne possa godere in eterno,
Che tu possa prestar loro tua voce.
Avranno luce per confine,
E un laccio di libertà sarà Amore.
Ma non bramarne la materia,
Né la forma, che sempre la fa degna,
Non ne violare i versi,
Non piegare la cera al tuo talento
O sarà calce e la tua bocca un muro.
Evita il vanto o altro
Poeta del tuo farà suo canto
E nell’oblio di una fama immeritata
Mi renderete l’anima, insieme.
“Uomini, questo abbiate sempre in mente,
Per ritornar poeti in altra veste:
La cera, che leggendo voi mangiate,
Vi nutre come un’erba la parola;
Ma lasciate che il pasto sia compiuto
O che v’aggioghi al più crudo castigo
E in silenzio vi faccia maledetti.”