di Luca Marzano
Il corpo umano è una macchina da guerra che l’evoluzione ha reso quasi perfetta con il passare degli anni, rendendolo sempre più adatto a vivere sulla Terra. Cosa succede però quando il corpo si trova nello spazio?
Circa un mese fa Scott Kelly, un astronauta statunitense, è tornato sul nostro pianeta dopo aver trascorso 341 giorni a bordo della Stazione spaziale internazionale. Si tratta di un periodo molto lungo, ma ciò che rende la missione straordinaria non è tanto la durata della permanenza (che in altre occasioni ha superato ampiamente un anno) ma il fatto che durante tutto il periodo in cui Kelly è rimasto nello spazio si è sottoposto a dei test che sono stati effettuati anche sul fratello gemello Mark, rimasto sulla Terra.
Questo progetto, che la Nasa ha chiamato Twins Study, servirà per capire se i cambiamenti a cui va incontro un corpo nello spazio siano dovuti alla vita spaziale o siano imputabili a questioni genetiche.
I risultati di queste comparazioni potrebbero essere molto importanti in previsione dell’esplorazione di Marte in programma nei prossimi anni.
Ma quali sono le difficoltà che deve affrontare chi trascorre lunghi periodi in orbita? La NASA ha individuato 9 ambiti per descrivere i cambiamenti che compaiono in seguito ad una lunga permanenza nello spazio.
- Fisiologia delle ossa – A causa della diminuzione della forza di gravità, si attiva un meccanismo ormonale che fa diminuire la densità delle ossa che vanno incontro ad osteoporosi. Il tessuto osseo può diminuire di un valore compreso tra il 30 e il 70%.
- Capacità senso motoria – L’adattamento ad un diverso tipo di gravità può causare difficoltà di abbinamento fra sistema motorio e le sensazioni percepite dal cervello.
- Fisiologia muscolare – Con la diminuzione della gravità si osserva una diminuzione della massa muscolare, poiché i muscoli non hanno più lo stimolo alla contrazione per mantenere l’equilibrio e vanno incontro ad una parziale atrofia.
- Sistema cardiovascolare – Nello spazio la distribuzione del sangue nel corpo è diversa rispetto a quanto accade sulla Terra. A causa della gravità, sul nostro pianeta la maggior parte del liquido rimane a livello degli arti inferiori, nello spazio invece il sangue si accumula nel piccolo circolo e a livello della testa. Quando la navicella rientra nell’atmosfera il sangue defluisce rapidamente dalla testa agli arti inferiori provocando una temporanea caduta delle funzioni cerebrali.
- Rischi connessi alle radiazioni – Una volta usciti dall’atmosfera terrestre il corpo umano non è più protetto dalle radiazioni solari. Ciò implica una maggiore esposizione alle radiazioni e quindi un maggior rischio di sviluppare un tumore durante la vita.
- Esercizio fisico – Per garantire il successo della missione, è fondamentale che gli astronauti si sottopongano costantemente ad esercizi fisici. Ciò serve a contrastare gli effetti della riduzione di gravità.
- Perdita di sonno – A causa delle alterazioni del ritmo giornaliero circadiano non è sempre facile dormire nello spazio. Inoltre nello spazio non si ha mai la sensazione che i propri muscoli siano rilassati, neanche da sdraiati. Le alterazioni del sonno possono comportare gravi problemi come disattenzione e disturbi dell’umore.
- Nutrizione – Quando è prevista una permanenza prolungata nello spazio è importante che la dieta degli astronauti sia adeguata per aiutare a osteggiare gli effetti della perdita di massa muscolare ed ossea.
- Sistema immunitario – Negli astronauti si osserva una diminuzione delle difese immunitarie. I ricercatori non sono ancora riusciti a capire se ciò sia collegato ad una maggiore tendenza a sviluppare malattie autoimmuni, infettive o addirittura tumori. Ciò che sappiamo è che in un paio di settimane la risposta immunitaria torna ad essere normale.