“Se era vero che i muschi non hanno radici e l’amore materno può nascere spontaneo, apparentemente dal nulla, allora forse avevo sbagliato a ritenermi incapace di crescere mia figlia. Forse anche chi aveva vissuto isolato e senza affetti poteva imparare ad amare profondamente al pari di chiunque altro.”(pag. 333)
Victoria ha paura degli altri, di se stessa. Odia il suo corpo. Sembra quasi animata da una volontà autodistruttiva. Ha solo 18 anni ed è sola quando, sfrattata, si ritrova a vivere in un parco pubblico a San Francisco. Victoria ha avuto un’infanzia tragica, passando da decine di famiglie adottive da una casa famiglia all’altra. È solo grazie all’incontro con una fioraia, che le offre un lavoro e la possibilità di una nuova vita, e con un ragazzo affascinante e misterioso, che Victoria riesce ad apprezzare di nuovo se stessa e a raggiungere la felicità. Victoria però è colta dalla paura di vedere distrutta la sua nuova vita come un castello di carte che si abbatte per un soffio di vento. Sarà capace di riprendere le redini della sua vita e non ricadere nel baratro da cui era faticosamente uscita?
Confesso di aver letto questo romanzo in una giornata. Vanessa Diffenbaugh ha il potere di tenere il lettore con gli occhi agganciati alle sue parole e di trascinarlo nel suo abile gioco di flashback, grazie al quale svela, poco alla volta, il terribile segreto che a tutti costi la protagonista aveva tentato di sotterrare nel suo cuore. La narrazione in prima persona avvalora questo proposito, la lettura appare quindi come un graduale e lento discendere nei pensieri più nascosti di Victoria.
È impossibile non provare un’immediata tenerezza nei confronti di una ragazza così fragile, ma che si scopre anche molto coraggiosa, che si apre alla rinascita di se stessa proprio come un fiore in primavera, petalo dopo petalo. I fiori lasciano aleggiare il loro profumo in ogni pagina, come una linea guida che accompagna per mano il lettore. Sono i fiori, grazie al loro significato nascosto, a permettere a Victoria di esprimersi e di abbattere, poco alla volta, un muro fatto di paure e diffidenza. Sono i fiori a salvarla da una vita da senzatetto. E sono fiori diversi, ognuno col proprio significato, ad apparire sulle copertine de Il linguaggio segreto dei fiori.
Vanessa Diffenbaugh ha tratto ispirazione dalla sua esperienza come madre adottiva e questo non può che conferire alle sue parole pregnanza e sensibilità. In un’intervista l’autrice dichiara che “l’amore, anche quello di madre, è la soluzione ai problemi: la neuroscienza ha dimostrato che l’amore ricostruisce le sinapsi perdute; è un pensiero ottimista, lo so, ma credo sia possibile amare e cambiare”.