C’è stato un tempo in cui gli ospedali non erano esattamente come li conosciamo ora: erano grandi camerate con molti letti, poca igiene e, soprattutto, poche conoscenze. Colei che migliorò significativamente la situazione fu Florence Nightingale, un’infermiera britannica che, dopo duro lavoro e molta esperienza, fu ritenuta la fondatrice della moderna assistenza infermieristica.
Florence nacque a Firenze, nel 1820, da una famiglia benestante, ma quando, a 17 anni, si sentì chiamata a prestare soccorso ai malati, andando contro il volere dei genitori lasciò la vita agiata dell’alta borghesia per dedicarsi ad una professione poco stimata e non ben vista all’epoca: quella dell’infermiera.
I suoi primi pazienti furono nel vicinato e negli ambulatori per le persone povere (di cui poi divenne la sostenitrice per il miglioramento delle cure mediche), ma in seguito soggiornò e prestò servizio presso un ospedale in Germania, dove capì come doveva essere gestito un ambiente di quel genere; così quando tornò a Londra aprì un istituto per donne malate e prive di risorse sul modello di quelli tedeschi.
Quando scoppiò la guerra di Crimea, nel 1853, e le giunse alle orecchie la notizia delle orribili condizioni in cui si trovavano i soldati feriti, partì con altre 38 infermiere per la Turchia. Lì scoprì che la maggior parte dei decessi, più che alle ferite, era dovuta alle condizioni dell’ambiente in cui soggiornavano: scarsezza di igiene, sovraffollamento ed inadeguatezza di cibo, medicine e sistema fognario inadeguato non sono condizioni favorevoli per la cura dei malati. Quando Florence scrisse Notes on Nursing, un libretto ancora oggi considerato introduzione fondamentale alla professione di infermiera, mise bene in luce la sua teoria secondo cui l’ambiente è molto importante nello sviluppo delle malattie e, dopo il ritorno in patria, si occupò personalmente dell’istruzione delle infermiere nella scuola che porta il suo nome. Nightingale fu la prima donna a cui venne conferito l’ Ordine al Merito nel 1907; dopo avere trascorso i suoi ultimi anni a letto e quasi cieca, morì nel 1910 nella sua casa di Londra.
Tra i suoi meriti c’è anche la riorganizzazione degli ospedali da campo e l’attenzione e la cura per i soldati feriti. Si dice che spesso, a tarda notte, la si vedesse girare tra le brandine, con una lampada ad olio in mano, a controllare i suoi pazienti. Questo le procurò il soprannome di “la signora con la lampada” che fu reso popolare dalla poesia di Henry W. Longfellow: I feriti sul campo di battaglia, / nei tristi ospedali del dolore, / i bui corridoi senza vita, / i pavimenti di fredda pietra. // Guarda ! in quella casa della sofferenza / vedo una signora con la lampada / mentre passa nella luce incerta / veloce da una baracca all’altra.