Di Silvia Carbone
Cibo e salute. Se ne parla continuamente, è un tema che interessa moltissime persone e che va anche molto di moda. Riceviamo continuamente dai media consigli e avvertimenti per una dieta salutare, che spaziano dalle soluzioni più semplici agli orientamenti più bizzarri.
In tutto questo, diventa anche sempre più difficile capire quanto si stia demonizzando un alimento e quanto effettivamente faccia male. Certo è, che tanta insistenza denota, oggi più che mai in passato, una grande attenzione per l’argomento da parte del pubblico.
Ultimamente ho visto l’interessante inchiesta di Sky TG24 “Un piatto di salute”, che raccoglie una serie di documenti rappresentativi della verità del detto di Ippocrate sulla stretta relazione tra cibo e medicina:
<<Fa’ che il cibo sia la tua medicina e la tua medicina sia il tuo cibo.>>
Questi documenti riguardano sia l’esperienza di singoli individui che hanno tratto giovamento da un cambiamento nelle loro abitudini alimentari, sia inquietanti rivelazioni su quanto siano diffuse, nonostante tutti i controlli, le frodi sul mercato alimentare, che possono portare sulle nostre tavole alimenti nocivi.
Il giornalista Pio d’Emilia, ad esempio, corrispondente per Sky TG24 dal Giappone, era un soggetto affetto da obesità e al contempo da diabete.
Davanti alle telecamere, seguito da una nutrizionista e aiutato nel percorso di disintossicazione da suo figlio, vegano ormai da anni, in tre mesi di alimentazione equilibrata ed esercizio fisico moderato, non solo è sceso sotto la soglia dell’obesità, ma ha anche ridotto drasticamente il numero di medicinali di cui necessitava eliminando completamente il diabete.
Si parla poi di tracciabilità della carne. Ad esempio la carne di cavallo, molto usata soprattutto nel Meridione, ha una provenienza più dubbia, molto meno controllata rispetto alle altre carni, e l’inchiesta pone l’accento sul rischio che anche animali non macellabili, per esempio i cavalli da corsa, ai quali vengono somministrati medicinali nocivi all’uomo, finiscano sulle nostre tavole.
Dalle inchieste, inoltre, appare inquietantemente facile trovare al mercato rionale pesce sbiancato con acqua ossigenata o tonno mantenuto rosso col monossido di carbonio, in modo che si presenti bello fresco anche quando è di fatto vecchio e ha prodotto istamina, che in soggetti allergici può portare finanche alla morte.
Lo speciale parla anche delle cosiddette “zone blu” del mondo, caratterizzate dalla particolare longevità degli abitanti. Una di queste si trova nella nostra Sardegna. Qual è il segreto dei vispi centenari intervistati?
Non erano vegani, fruttariani o crudisti, ma mangiavano carne una volta alla settimana, se andava bene, e per il resto legumi, verdure, formaggi. Assumevano grassi animali, sì, ma li consumavano conducendo una vita molto faticosa.
La parola va infine al professor Umberto Veronesi, che ha da lungo tempo rinunciato alla carne. Nei suoi anni di studi, ha notato una stretta correlazione tra il consumo di carne e i tumori intestinali.
Secondo il professore, ormai mangiamo troppo e male. Sarebbe pratica salutare, in realtà, perfino digiunare una volta alla settimana.
E comunque, secondo uno studio americano sulla comunità dei religiosi avventisti del settimo giorno, che non consumano carne, i vegetariani vivono in media 7.2 anni in più.
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