Quando la femminilità va oltre la disabilità

Da sempre associata a figure divine femminili, la Pietra di Luna, secondo la cristalloterapia, è in grado di aumentare la libertà di espressione e l’equilibrio interiore. Proprio per questo è stata scelta dalla cooperativa Il Balzo di Rozzano (MI) per dare nome ad uno loro progetto, che da poco è riuscito ad ottenere un importante finanziamento grazie ad un concorso online.

Pietra di Luna riguarda un tema ancora poco affrontato – spiega Liliana Formenti, responsabile del progetto – cioè il rapporto tra femminilità e disabilità cognitiva. Spesso le famiglie negano alle nostre ragazze la possibilità di curare il proprio aspetto, perché sono viste come delle eterne bambine ed anche perché, specie per l’abbigliamento, si guarda più alla comodità”. In un mondo che esalta la perfezione, il loro obiettivo sembra irraggiungibile. Mentre si sta cercando di abbattere il muro del pregiudizio verso donne con disabilità motorie, che diventano protagoniste di spot pubblicitari e sfilate, ancora lungo è il percorso per quanto riguarda la disabilità intellettiva.

“La nostra cooperativa nasce dall’associazione A.Ge.Ha. ONLUS, fondata nel 1978 da genitori di persone con disabilità. Nel corso del tempo, però, con l’avanzare di una nuova generazione di genitori lavoratori, è emersa la necessità della presenza costante di operatori professionali. E così è nata Il Balzo, ormai attiva da dieci anni”. Liliana afferma che per loro è molto importante che si parli della cooperativa e di Pietra di Luna. “Il nostro è un gruppo misto, per genere ed età, ma, lavorando con loro tutto il giorno, abbiamo notato che alcune ragazze tengono molto al loro aspetto. Allora 3 anni fa abbiamo iniziato, autofinanziandoci, questo progetto: una volta a settimana, sotto la nostra supervisione, le ragazze hanno imparato a truccarsi e a pettinarsi. Un giorno la mia collega Serena ha provato a fare delle foto alle ragazze prima e dopo il trucco ed un video in cui spiegavano l’esperienza. Dalle loro reazioni abbiamo capito che il progetto era davvero importante e doveva essere ampliato. È stato molto emozionante.”

Il Balzo non lavora solo con le persone disabili, ma anche con le loro famiglie. I genitori o i parenti responsabili devono essere informati delle attività svolte nei centri diurni, ma sopratutto devono seguire un percorso educativo parallelo a quello dei ragazzi della cooperativa. “Pietra di Luna ha aiutato anche in questo, avvicinando le ragazze alle proprie madri. Abbiamo infatti ingaggiato un furgone tutto rosa nel quale delle professioniste facevano la manicure alle ragazze ed anche le mamme non se lo sono fatte ripetere due volte! Le madri hanno potuto vedere come la cura di sé aiuti le proprie figlie a sentirsi bene e hanno condiviso con loro un bellissimo momento.”

Pietra di Luna è diviso in tre momenti: un laboratorio interno per imparare ad usare i vari cosmetici, delle uscite sul territorio in negozi di estetisti e parrucchieri ed infine una riflessione sull’autostima condotta da una psicologa. Grazie al finanziamento, ottenuto con 6027 voti, il progetto potrà iniziare questa nuova fase, che parte dal basso e cerca anche di agire su tutta la società, avviando una profonda riflessione sulla bellezza. Dice Selene, una delle ragazze coinvolte nel progetto: “Vorrei essere bella non solo per essere guardata, ma anche apprezzata e accettata per come sono”.

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